Uno sponsor per fare rivivere l’antico lavatoio
Uno sponsor speciale per ridare lustro a un monumento simbolo del borgo di Belvedere: l’antico lavatoio. Sono i componenti dell’Associazione corpo Bandistico di Belvedere ad accogliere l’appello dei residenti di cui si è fatto portavoce il consiglio di circoscrizione guidato da Enzo Pantano per restituire alla cittadina un luogo della memoria ma anche un paesaggio tutto da riscoprire. Il lavatoio di Belvedere si trova infatti in una zona verde di grande suggestione che, nelle intenzioni della circoscrizione, sarà valorizzata e diventerà un parco urbano aperto a tutti i cittadini e ai visitatori che
potranno passeggiare nel verde e ammirare una struttura antica che rappresenta un pezzo della storia recente della comunità.
Enzo Pantano, presidente consiglio di circoscrizione Belvedere: “L’idea è quella di affidare la gestione di questo scorcio del nostro borgo ai privati che potranno quindi adottarlo e renderlo un sito aperto a tutti, dove poter allestire eventi e momenti di aggregazione. Per questo siamo felici che l’associazione corpo Bandistico di Belvedere abbia risposto con entusiasmo al nostro appello perché si tratta di un’associazione legata al territorio e di cui siamo tutti orgogliosi. Un’associazione da una lunga storia che potrà certamente contribuire al rilancio del parco urbano del lavatoio che vorremmo nascesse al più presto. Il nostro progetto è quello di coinvolgere i privati
che potrebbero farsi carico del restauro del lavatoio e della messa in sicurezza dell’area, oltre che della sua cura e della sua manutenzione sempre in accordo con le istituzioni pubbliche”.
Pippo Urso, presidente dell’Associazione Corpo bandistico città di Belvedere. “Siamo come sempre a disposizione del nostro territorio e vorremmo contribuire in maniera fattiva a questo progetto di rinascita che coinvolge l’intera Belvedere. Il sito del lavatoio è ricco di storia e fascino e la sua riqualificazione sarebbe un nuovo importante motivo di recupero urbano e rilancio a cui intendiamo dare una mano”.