30 anni di antiracket, il prefetto Romano: “Avevo timore che le associazioni fossero obiettivi della criminalità”
La nascita e l’impegno delle associazioni antiracket in provincia di Siracusa sono state ricordate nel corso della celebrazione dei trent’anni della Acipas, l’associazione antiracket di Sortino. L’associazione commercianti, imprenditori, professionisti, antiracket sortinesi ha celebrato il trentesimo anno di attività con un convegno che si è tenuto all’Antiquarium del Medioevo sortinese. Nel corso della giornata si sono susseguite le testimonianze del sindaco Parlato, degli ex sindaci di Sortino Enzo Buccheri, Maria Cannata e Orazio Mezzio. Il professor Mauro Magnano, dirigente nazionale di Sos Impresa, ha spiegato quali difficoltà incontri oggi il movimento antiracket, alcune delle quali sono scomparse a Noto, Augusta, Melilli, Avola ed altre non godono certo di ottima salute.
“Guardiamo indietro per comprendere meglio l’oggi e ciò che ci aspetta domani – ha commentato il giornalista Aldo Mantineo a cui è stato consegnato un premio alla legalità – le associazioni servono perché siamo ancora comunità nelle quali cooperazione e salvaguardia del bene comune e dell’interesse collettivo non sono un dato né scontato né acquisito.
Tra gli interventi quelli di due ex prefetti di Siracusa, che hanno vissuto quello scorcio d’anni in cui imprenditori e commercianti hanno cominciato a dire basta al racket delle estorsioni e a non pagare più il pizzo.
“L’intuizione di dialogare con la società civile – ha spiegato Giuseppe Romano, prefetto di Siracusa dal 1991 al 1993, collegato da Pisa – si dimostrò vincente. Era un messaggio semplice, rinunciare a subire il pagamento del pizzo o il ricatto della ritorsione. A distanza di tanti anni, solo oggi confesso il timore che mi pervadeva al pensiero che qualcuno dei presidenti e dei componenti delle neonate associazioni potesse costituire obiettivo, peraltro indifeso, da parte dei criminali dediti a quella turpe e vile attività”.
Presente ai lavori del convegno di Sortino, Francesco Alecci, prefetto di Siracusa 2000 al 2006. “Ho l’orgoglio di portare la mia esperienza – ha detto – non dobbiamo aver paura di avere bisogno dell’altro. Il fenomeno del racket si è diversificato nel tempo, per cui oggi servono nuovi strumenti e strategie perché è un fenomeno che oggi è diffuso nel Paese, anche nelle terre che venti e trenta anni fa non erano coinvolte. Lo stato sarà sempre vincente sulla criminalità se utilizza la forza della quale dispone attraverso la corretta applicazione delle leggi. Lo Stato vincerà sempre la delinquenza ma chi rappresenta lo Stato deve essere consapevole di ciò, che il cittadino va innanzitutto sostenuto dal punto di vista umano e solo dopo, se del caso, ammonito e sanzionato”.