51 anni dai Fatti di Avola, Zappulla: “giusto e necessario ricordare”
A Chiusa di Carlo – esordisce Zappulla – , alle porte di Avola, dopo 51 anni si commemorano quei tristi e drammatici fatti per non dimenticare. Ricordare, non far perdere la memoria ai giovani e alle nuove generazioni è un preciso dovere di tutti.
In quel giorno ad Avola si consumò una tragedia e un dramma per due lavoratori che persero la vita, per altri 48 che furono feriti e per le loro famiglie e compagni. Una vicenda drammatica che scatenò una giusta indignazione in tutta Italia e contribuì a sviluppare quella straordinaria stagione del 68-69 nelle fabbriche, nelle scuole e nelle università.
E’ giusto e necessario consegnare ai giovani la memoria di quei fatti e di quei braccianti – dichiara Zappulla – che persero la vita perché stavano lottando per sacrosanti diritti, per combattere le gabbie salariali, perché allora un bracciante di Avola percepiva un salario diverso da quello di un bracciante di Lentini territorio nella stessa provincia di Siracusa.
Per queste ragioni il Sindacato dichiarò lo sciopero generale ad Avola dove si verificarono gli scontri con le forze di polizia di allora che subirono l’ordine di sparare sui lavoratori.
A 51 anni da quel 2 dicembre 1968 giusto e doveroso ricordare perché è necessario tenere sempre alta – afferma il segretario regionale di Art1 – la vigilanza contro i tentativi, sempre presenti, di riportare indietro le lancette della storia dei diritti , della civiltà nel lavoro, della democrazia e della libertà.
Penso proprio – dichiara Pippo Zappulla – che questa celebrazione possa essere dedicata alla necessità di rafforzare la lotta al caporalato e allo sfruttamento selvaggio purtroppo ancora diffuso e presente in molte aree e zone del Paese, perché molto si sta facendo e stanno facendo le organizzazioni sindacali ma molto resta ancora da fare
Sosteniamo con sempre maggiore convinzione – conclude Zappulla – che la qualità dei diritti dei lavoratori è condizione irrinunciabile per la qualità dello sviluppo, dell’economia e della stessa impresa; la dignità e i diritti dei lavoratori sono al contempo condizione di civiltà e di libertà che segna la stessa democrazia del Paese”