Pachino, ritrovato il coltello con cui è stato ucciso un tunisino
E’ stato ritrovato il coltello con cui un tunisino ha ucciso il bracciante connazionale, al culmine di un litigio, avvenuto sabato scorso. La scoperta è stata fatta dai carabinieri della Compagnia Carabinieri di Noto, che sono impegnati nelle indagini per fare chiarezza sul recente fatto di sangue, avvenuto nelle campagne di Pachino.
Le investigazioni, sebbene il presunto responsabile del fatto di sangue sia stato identificato e posto agli arresti domiciliari, continuano serrate con il coordinamento della Procura di Siracusa.
Nell’ambito di tali attività, infatti, i militari del Nucleo Operativo di Noto hanno rinvenuto un coltello che si ritiene possa essere quello utilizzato la mattina di sabato scorso quando un bracciante tunisino è deceduto nelle serre di Contrada Luparello. Come si ricorderà, nell’immediatezza del fatto, i carabinieri hanno stretto il cerchio attorno a un connazionale di 55 anni, il quale si trova adesso ricoverato in ospedale a causa delle lesioni subite nella colluttazione con la vittima.
L’indagato ha raccontato di essere stato aggredito dal trentatreenne che pretendeva la restituzione di denaro che gli aveva in precedenza prestato. L’indagato sarebbe stato picchiato con un bastone e solo a quel punto avrebbe un pugnato un coltello con cui ha sferrato un colpo in pieno petto al connazionale, che è stramazzato al suolo, agonizzante. Il bracciante morirà poco dopo l’arrivo al Pta di Pachino dove i sanitari non hanno potuto fare altro che decretarne il decesso.
Il tunisino, in un primo momento, era stato arrestato e pronto per essere destinato al carcere, se non fosse che, a causa delle lesioni, ne è stato disposto il ricovero in ospedale. Il suo racconto ha convinto, invece, il gip del tribunale aretuseo a derubricare il reato di omicidio in eccesso colposo di legittima difesa, disponendo a suo carico la misura cautelare degli arresti domiciliari.