Viadotto Targia: “I fondi dalla legge sulla ricostruzione post sisma”
Una strada veloce e praticabile per ottenere i fondi relativi alla realizzazione del viadotto di Targia. L’ha suggerita il parlamentare regionale Enzo Vinciullo il quale, venuta meno ogni ipotesi alternativa, esorta il governo regionale ad attingere alle esigue ed ultime risorse della Legge 433 per la ricostruzione post sisma. In realtà, tutte le risorse attualmente disponibili sono impegnate, ma, si chiede Vinciullo, “ha senso tenere risorse impegnate se gli Enti locali che li dovrebbero utilizzare, da anni, non riescono a spenderli?”.La giunta regionale aveva indicato nell’elenco delle vie di fuga già finanziate la possibilità di ricavare la somma necessaria ad intervenire per il nuovo viadotto che da viale Scala Greca conduce a Targia e viceversa. Ma quell’elenco sembrerebbe un bluff.Da queste considerazioni, l’appello al Direttore Generale della Protezione Civile e l’interrogazione all’Ars, affinché utilizzando i ribassi d’asta di opere appaltate o già concluse, o comunque risultanti oggetto di ribasso non utilizzato, e, nel caso estremo, anche definanziando momentaneamente qualche opera i cui lavori, per l’inerzia delle Amministrazioni comunali, compresa e prima fra tutte quella di Siracusa, non vengono appaltati, si proceda immediatamente alla realizzazione del Viadotto e a un successivo rifinanziamento delle opere definanziate, utilizzando, questa volta, il ribasso d’asta recuperato dopo la realizzazione del ponte.A sostegno della tesi di Vinciullo il fatto che tra le linee di intervento della Legge 433 vi era, oltre al restauro e consolidamento di edifici storici e privati, la realizzazione delle grandi vie di fuga, tant’è vero che perfino alcuni lotti, o parti di essi, dell’autostrada Siracusa-Gela, a suo tempo sono stati finanziati e poi appaltati, e di cui dovrebbero ancora esistere ribassi non del tutto utilizzati.