Se te lo fossi perso

MOLTE INCERTEZZE AVVOLGONO IL FUTURO DELLE EX PROVINCE SICILIANE

L’incertezza avvolge il futuro delle ex Province siciliane ma stavolta il blitz della maggioranza potrebbe andare a buon fine.

Ne sono convinti gli “strateghi” del centrodestra nelle segrete stanze dei bottoni, infatti, l’operazione voto diretto sembra aver trovato la giusta via.

C’è la convinzione che non si incapperà più nelle magre figure del passato e stavolta il ritorno degli enti di area vasta riuscirà

Il piano è in tre fasi.

Sembra probabile che la prima fase passi da una proroga dei commissari fino ad aprile stabilita per legge autonoma, forse fino al 27 aprile, un fatto che bloccherà le elezioni di secondo livello previste per il 15 dicembre.

Intanto il centrodestra mira a mettere in campo la seconda fase del piano ovvero ripristinare l’elezione diretta dei rappresentanti provinciali, un obiettivo che richiede una corsa contro il tempo per approvare il disegno di legge in commissione Affari istituzionali tra martedì e mercoledì prossimi.

Una legge in sette articoli che poi dovrà andare al vaglio del Consiglio dei Ministri. I tempi ci sono per farla passare senza impedimenti entro quella data.

Il terzo passaggio, ma non è detto che si debba ricorrere a questa fase, è una norma inserita in finanziaria nazionale con la quale i due rami del parlamento che di fatto depotenzi la Delrio “declassandola”. basta cassare un periodo da quella norma per far venir meno la condizione di grande riforma di sistema e dunque consentire alle regioni a statuto speciale di legiferare senza intoppi. resta l’effetto Friuli venezia Giulia ma per i costituzionalisti questo non sarebbe un problema.

Gli Statuti sono diversi e dunque non occorre una legge di rango costituzionale in Sicilia dove le province esistono (In  Friuli non esistevano)

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