Morti sul lavoro, 6 province siciliane in “zona rossa”
Nella classifica del mancato rispetto delle norme di sicurezza la regione Sicilia è settima in Italia così come nella classifica sugli incidenti mortali su lavoro.
Nella statistiche dell’Inail, l’Istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro, la Sicilia si considera “zona rossa” ovvero a maggior rischio.
In base all’elaborazione dell’osservatorio Vega sicurezza e ambiente che elabora i dati Inail, la Sicilia è settima in questa triste graduatoria che prende in esame il numero degli incidenti mortali e li mette in relazione col numero degli occupati.
Sono 57 le vittime della nostra isola fra gennaio e novembre 2024, superata solo dalla Campania con 73 morti.
Sei province siciliane in zona rossa
Ma il primato più triste è quello delle province siciliane che si trovano in “zona rossa”. La provincia con la maggiora incidenza di incidenti mortali in base al numero di occupati è quella di Trapani, undicesima a livello nazionale ma prima nell’isola con 7 morti su 122,174 occupati. Statisticamente oltre 57 incidenti mortali ogni milione di occupati. Seguono Agrigento con i suoi 6 morti e Caltanissetta con 3 vittime, rispettivamente 16esima e 17esima. Palermo è al 18esimo posto di questa drammatica statistica con 16 morti su 335.191 occupati pari, statisticamente, ad 47,7 vittime ogni milione di abitanti.
Ma in zona rossa ci sono anche Siracusa e Messina, 24esima e 25esima rispettivamente con 5 morti (45,4 ogni milione di occupati) e 8 vittime (45,3).
Fuori dalla zona rossa c’è catania che si trova al 61esimo posto nonostante le sue 9 vittime ma a fronte di 318.580 occupati. Tre le vittime a Ragusa. Solo 4 le province in zona bianca nell’itero paese ovvero Bergamo, Torino, La Spezia e Lecco.
I valori assoluti
Guardando ai dati in valore assoluto nei primi 11 mesi del 2024 i morti sul lavoro sono 32 in più rispetto al 2023 in tutta Italia. se si aggiungono gli infortuni in itinere i morti in più diventano 46. Ben 540mila gli infortuni totali.
Sono 1.000 complessive le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 731 in occasione di lavoro (14 in meno rispetto a novembre 2023) e 269 in itinere (46 in più rispetto a novembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (121). Seguono: Campania (73), Emilia-Romagna (68), Lazio (67), Sicilia (57), Veneto (49), Piemonte (48), Puglia (44), Toscana (39), Sardegna (24), Trentino-Alto Adige (23), Liguria (19), Calabria (18) Umbria (17), Abruzzo e Basilicata (15), Friuli-Venezia Giulia (14), Marche (12), Valle d’Aosta e Molise (4).
Alla fine di novembre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 147. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (99), dalle Attività Manifatturiere (94) e dal Commercio (51).
Maggiore rischio per anziani a stranieri
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre nel 2024 sono 164 su un totale di 731, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Ma l’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 131,5), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 49,7).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (254 su un totale di 731).
Cosa fare
“Sono soprattutto i cantieri a uccidere (147 le vittime). E ancora, come nel passato, i lavoratori stranieri fanno rilevare un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale – dice Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre -. Dobbiamo proteggere in modo molto più efficace i lavoratori stranieri, lavorando sulla formazione per superare le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e a un background culturale molto diverso dal nostro”.
Un monito fondamentale per Mauro Rossato, al fine di contribuire a un’inversione dell’attuale e sempre più tragica rotta dell’emergenza.