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Gettonopoli: la Digos aveva captato qualcosa

La “gettonopoli” siracusana ancora prima delle attenzioni dei “Grillini”, cui va il riconoscimento della pubblica opinione per un lavoro davvero sublime, era già da qualche tempo caduta sotto l’attenzione della Digos. Gli uomini della Sezione politica della Questura di Siracusa, avevano “captato” già qualcosa tra i “segreti”, della politica al Vermexio; una condizione che a prima vista non sembrerebbe in regola con la normale degenza e il valore del rispetto che gli uomini della politica dovrebbero avere per il denaro pubblico, oltre che per la Giustizia, procedendo nell’azione di polizia giudiziaria collegata all’obbligatorietà della notizia criminis;raccolto indiscrezioni e indizi per sviluppare la conseguente comunicazione della notizia di reato alla competente autorità giudiziaria.

Nella fattispecie, i riscontri oggettivi e obiettivi, per tentare di dare una chiave di lettura alla triste quando indecente condizione che si è sviluppata senza limiti nel processo di putrefazione della politica, potrebbero apparire in una lettura chiara come il sole del mattino di una giornata d’estate; ma insistono aggravanti di merito, tutti al vaglio degli inquirenti e ben protetti dal segretoistruttorio, che non potranno mai giustificare tale siffatta condizione in un comportamento che sembrerebbe di primo acchito scientificamente studiato e organizzato per lucrare e non per amministrarela cosa pubblica. A ben vede e a ben sentire, tutta la vicenda può sembrare molto più grave dei danni assunti verso i cittadini della città di Agrigento dal consiglio comunale licenziato poco tempo fa, con una forte protesta popolare; il danno alle casse della comunità causato dai consiglieri comunali siracusani, apparirebbe a prima vistadi gran lunga più oneroso, specie, in alcuni casi, per la tempisticadella data delle assunzioni, alle commissioni inutili e al numero di riferimento logico rispetto alle esigenze sulle deliberazioni, come dei componenti di una “consorteria”, dove ognuno tiene il gioco dell’altro, oltre alla deliberazione che a prima vista si anniderebbe verso la cognizione e la costruzione ad hoc di un regolamento confezionato su misura da chi potrebbe avere interessi diretti. Un conflitto d’interessi nel volgere probatorio dell’accrescimento del proprio guadagno personale e collettivo, rispetto alla data naturale dell’elezione alla carica di riferimento; ma si parlerebbe di risvolti ancora più gravi rispetto a quelli già ampiamente denunciati dal Movimento “5 Stelle” a tutti i livelli, financo in maniera cautelativa alla Corte dei Conti di riferimento, cui deve andare necessariamente il plauso incondizionato. Una vicenda che a ben sentire potrebbe avere risvolti giudiziari a cascata, oltre al fatto che nell’affaire “gettoni d’oro” si affiancherebbero altri fattori collegati, e che potrebbero far saltare il coperchio di una pentola di acqua sporca che bolliva di nascosto, con la possibilità di far tornare alle urne il popolo sovrano per ripristinare lo stato dei diritti e dei doveri.Al limite della giurisprudenza, possiamo tentare di allineare il comportamento sofferto dalla collettività, e il livello degli interessi si potrebbe spostare anche sulle consulenze, le gare d’appalto e la partecipazione a fatti diametralmente opposti alle funzioni istituzionali degli amministratori pro tempore di un municipio.

I fatti di questa triste storia di mala politica, presentano un aspetto alquanto infelice, da parte di quei consiglieri che da sempre ci hanno deliziato con denunce ricche di particolari, nomi e cognomi, ma non ci hanno comunicato che anche loro avevano partecipato e sottoscritto le deliberazioni sotto accusa che, nei fatti pratici, avevano moltiplicato le spese a carico dei cittadini siracusani, già fortemente indebitati dalle conseguenze di una crisi economica lunga e profonda e dagli errori incorsi nel tempo in licenze mancate e processi giudiziari che ci hanno fatto accumulare debiti per poco meno di duecento milioni di lire: Open Land, Cassoni alla Marina, Centrale del latte e via dicendo. E mentre tanta gente muore di fame e non riesce a sopravvivere, c’è chi si può a piacimento aumentare le proprie entrate finanziare, tutti a carico della povera gente?Come si potrebbe definire tutto ciò? Per dirla alla Totò: “E io pago!”

Per salvare la morale dall’immorale, diventa obbligatorio dimettersi dalla carica ricevuta con la fiducia poi tradita verso gli elettori ora indignati, oppurea provare di seguire la “brillante” difesa, per tentare di giustificare la propria condotta, dettata da esigenze di liquidità, durante il suo interrogatorio di garanzia del presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, il quale ha detto al giudice di merito: “Avevo la casa pignorata e mi servivano quei soldi”.

Concetto Alota

IL PRESIDENTE SULLO: “OPERATO SEMPRE NEL RISPETTO DELLA LEGGE”. “Il Consiglio ed i consiglieri hanno sempre operato nel rispetto della legge e del nostro Regolamento. Essi stabiliscono  in maniera chiara da un lato i tetti alle presenze ed alle indennità; dall’altro, riconoscendo ai Consigli autonomia regolamentare, rimandano alla loro potestà ogni ulteriore determinazione.

Per me è la seconda consiliatura e posso dire che rispetto al passato non c’è stata alcuna modifica regolamentare tendente ad incidere su ulteriori costi della politica”.

Lo dichiara il presidente del Consiglio comunale, Antonio Sullo, in merito alle polemiche di questi giorni sulle indennità percepite dai consiglieri.

Continua Sullo: “Massimo rispetto per tutti ma attenzione alle strumentalizzazioni: non c’è alcun elemento nuovo nel “modus operandi” delle Commissioni, si è solo montato un caso su un parere reso da un funzionario dell’assessorato regionale agli Enti locali. Atto, peraltro, non ancora notificato al Comune e del quale si estrapola uno stralcio per farne derivare una serie di considerazioni politiche che ritengo non facciano il bene di nessuno”.

Il presidente del Consiglio entra poi nel merito della vicenda:  “In attesa della trasmissione  ufficiale del parere della Regione, per il Comune vigono le disposizioni contenute nella legge regionale 30 del 2000 e  il Regolamento del Consiglio.

Ci supporta inoltre anche la nota con la quale l’Assessorato Regionale agli Enti Locali, su un esposto presentato sulla composizione delle commissioni consiliari, prendendo atto delle argomentazioni rappresentate dal Comune di Siracusa ove già si riporta il contenuto della delibera n.109 del 22 / 10 / 2013,    ha  comunicato l’archiviazione della pratica confermando di fatto la legittimità dell’operato del Consiglio. Atti questi, peraltro, trasmessi anche alla Prefettura in data 04 / 10 / 2013. Il resto appartiene alla politica, anzi ad un certo modo di fare politica”.

 

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