Fermata Isab, i dubbi della Uil sulla tenuta della sicurezza
Al via i 47 giorni della Fermata Isab con circa 2.500 unità medie impiegate (e con punte massime di 3 mila). Per il segretario territoriale della Uil Stefano Munafò, però, rimangono ancora alcuni aspetti da chiarire.
“La produttività del singolo impianto, la messa a punto delle macchine, le scadenze e i controlli ministeriali. Nella programmazione della fermata generale – dice Munafò -, occorre fare i controlli su tutti i reparti ele fermate, inizialmente previste in tre anni, poi in quattro, adesso sembra in cinque, vengono programmate in base ad alcune esigenze.Noi abbiamo qualche perplessità sulla tenuta della sicurezza perché quando si fanno fermate di una certa entità come questa con un personale che arriva a punte di 3mila, sorgono dei dubbi: tutto il personale che arriva e gli impianti sezionati in ogni area con un general contractor significa manodopera non locale. Perché questo general contractor che molto probabilmente viene dall’esterno, ti porta una grande quantità di lavoratori provenienti da fuori Siracusa o fuori Sicilia, poi utilizza una grande quantità di sub-appalti e tutte queste cose aumentano il potenziale di rischio. Quando si portano dei lavoratori di questo genere, si creano difficoltà nel territorio: noi abbiamo grandi difficoltà occupazionali e tanti disoccupati che possono essere utilizzati, oggi, in base alla professionalità richiesta. Stesso discorso viene fatto con i pensionati. Noi non siamo contro i pensionati, però siamo contro un utilizzo sproporzionato di attività di medio e basso livello quando si utilizzano pensionati quando invece si potrebbe utilizzare personale che non rientra più negli ammortizzatori sociali>>.
D’altronde, lo stesso Munafò – proprio in previsione della Fermata Isab che sarebbe partita a marzo – nella riunione di Confindustria aveva puntualizzato: <<Per avere una ricaduta significativa sul territorio, queste Fermate devono prevedere tre cose: l’impiego della manodopera locale, stessa cosa per le aziende coinvolte che dovranno essere del territorio e terza e non ultima cosa, la sicurezza. La fermata, infatti, dovrà svolgersi nella massima sicurezza perché c’è sempre un potenziale di rischio notevole e anche se oggi le tecnologie sono più avanzate, non bisogna sottovalutare il problema. Soddisfatti? Direi di no, perché fin quando questi incontri si svolgono senza arrivare al nocciolo del problema non andremo avanti. Se l’obiettivo è quello di avere una ricaduta occupazionale importante, bisognerà farlo con personale del territorio, tranne laddove sarà richiesta una competenza specifica”.
Ricordiamo che la Fermata generale riguarda in particolare gli impianti Sud e viene organizzata per garantire la marcia affidabile della raffineria, eseguendo le ispezioni previste per legge (che richiedono gli impianti fermi) e le modifiche per migliorare la sicurezza. L’ultima fermata generale risale al 2011 mentre si programma già la prossima, prevista per il 2020.In occasione di questa fermata, verranno realizzate nuove costruzioni come la riconversione del GT1 a metano, la modifica degli interni colonne Vacuum e Debuta, il miglioramento dell’efficienza del forno Reforming, la sostituzione del forno Gofiner, la sostituzione di apparecchiature e linee di processo e il miglioramento ambientale del sistema di trattamento biologico.