Il gruppo consiliare renziano: “Dibattito politico scaduto ad infimo livello”
La nomina del consigliere comunale Alfredo Foti ad assessore con delega ai “Lavori Pubblici e Urbanistica” rappresenta un momento di ulteriore crescita del quadro amministrativo politico nella giunta municipale del sindaco Garozzo. Appare chiaro che con tale iniziativa si è voluto dare un segnale inequivocabile nella direzione di una valorizzazione delle migliori risorse disponibili, diretta conseguenza delle capacità professionali e del consenso elettorale dimostrato nelle occasioni in cui chiunque ipotizzasse di sottoporsi al vaglio della collettività: fatto quest’ultimo non privo d’importanza, anche se difficile da digerire in chi suppone di privilegiare altre forme di auto-accreditamento. Comprendiamo benissimo che l’aver sottratto il provvedimento ai riti della vecchia politica, che si basavano quasi sempre sulla logica della spartizione e delle lunghe ed estenuanti trattative politiche, abbia potuto provocare in tanti un senso di smarrimento, ma è arrivato il tempo in cui tanti se ne facciano una ragione. Aver individuato quest’occasione per scagliare un attacco frontale al primo cittadino, perché alla fine di questo si tratta, è l’ulteriore dimostrazione dell’infimo livello in cui è piombato il dibattito politico, anche e soprattutto in quelle formazioni politiche che ufficialmente dichiarano sostegno incondizionato, mentre al contrario non aspettano occasioni per tentare di disarcionare il conduttore. Ancora più meschino appare l’atteggiamento di chi ha scelto l’occasione delle dimissioni del capo di gabinetto del sindaco, Giovanni Cafeo (nostro amico leale), e la concomitante notizia di un avviso di garanzia allo stesso, per gettare fango incondizionato sull’attività amministrativa che fino ad oggi il sindaco Garozzo ha inteso portare avanti con la sua squadra assessoriale.
Suscita ilarità, se non ci fosse da piangere, l’ulteriore tentativo di gettare discredito nei riguardi dell’on. Foti, lo stesso che fino a qualche giorno addietro era additato da esempio per il suo tentativo, per altro condiviso da tutti, anche a livello regionale, di mettere a disposizione la propria ultradecennale esperienza politica nel ricomporre la frammentazione (chiaro eufemismo) all’interno del partito democratico: quel partito che dovrebbe rappresentare la stella polare cui, piaccia o non piaccia, gli elettori siracusani hanno chiamato ad amministrare la nostra città. Che in questa vicenda si è dovuto annotare anche l’intervento dell’on. Sofia Amoddio è l’ulteriore dimostrazione che alla farsa non c’è più fine. Non si può negare, in verità, che la novella fustigatrice, con il suo comunicato stampa a tempo di record, ha dato l’occasione nell’aprire un dibattito infuocato in chi ha inteso comprendere cosa stesse succedendo all’interno del teatrino della politica cittadina.
Peccato che la quasi totalità del tempo si sia dovuta impegnare nello spiegare l’esistenza della stessa come rappresentante istituzionale alla Camera dei Deputati, circostanza quest’ultima del tutto sconosciuta alla totalità dei richiedenti. A chi al contrario come i sottoscritti, per motivi di diretto impegno politico nelle istituzioni cittadine, sono costretti, ahimè, a conoscerne l’esistenza, non è apparso vero ricordare alla stessa che, anche in forza delle sue, queste sì, riconosciute capacità professionali di avvocato penalista, sarebbe stato opportuno richiamare il concetto che una comunicazione di garanzia rappresenta, fino ad oggi, una tutela al destinatario della stessa, e non al contrario un’arma da usare per consumare diatribe politiche o correntizie. Al contrario di chi ha inteso innalzarsi al ruolo di novella rottamatrice generazionale, per quanto ci riguarda, la nostra linea è stata quella di predicare pazienza, quella stessa che dovremo mantenere fino al tempo in cui saranno gli elettori cittadini a scegliere se essere rappresentati da novelli Robespierre in gonnella, in tutt’altro faccende affaccendati, o, al contrario, da bravi amministratori interessati a risolvere i problemi della collettività d’appartenenza.
Antonio Moscuzza, Antonio Sullo ed Elio Di Lorenzo
Gruppo consiliare Democratici per Renzi