L’antiracket di Lentini e Carlentini ha un nuovo presidente
Salvatore Giuffrida è il nuovo presidente dell’APILC, l’associazione antiracket che tutela gli imprenditori di Lentini e Carlentini, nomina avvenuta dopo l’assemblea straordinaria che si è svolta lo scorso 8 novembre. Gli altri componenti del Consiglio direttivo sono Giovanni Arena (vicepresidente), Luciano Incontro (tesoriere), Giuseppe Cavarra, Antonio Giuffrida, Giuseppe Pollara e Giuseppe Vinci.
L’Apilc, attualmente aderente alla FAI – la Federazione Antiracket Italiana – vanta 23 anni di ininterrotta attività a sostegno degli imprenditori taglieggiati ed è stata fra le prime associazioni di questo genere sorte in Italia.
“Riteniamo che il fenomeno estorsivo goda ancora di buona salute, sostiene Giuffrida, e le estorsioni non sono un fatto privato che riguarda le singole aziende. Quando le attività economiche non possono svolgersi secondo le regole del libero mercato, il condizionamento malavitoso esercitato sulle aziende provoca effetti economici e sociali devastanti su tutta la comunità. Il nostro territorio, già provato da una crisi economica gravissima, non può sopportare anche quella minaccia. Per questo vogliamo rafforzare la collaborazione con le amministrazioni dei nostri comuni, con le forze di polizia, e con le organizzazioni sindacali e di volontariato. E soprattutto vogliamo indagare ancora meglio la realtà nella quale operiamo, per capire in che modo possiamo incidervi in maniera efficace. Di conseguenza, abbiamo deciso di ripetere l’indagine conoscitiva che abbiamo condotto alcuni anni addietro per renderci conto dell’andamento del fenomeno estorsivo nel nostro territorio e della percezione che ne hanno gli imprenditori. La consapevolezza che possiamo fare ancora di più ci viene dalle recenti vicende di Bagheria, che hanno dimostrato che la determinazione delle Istituzioni, il coraggio degli imprenditori e l’opera di sensibilizzazione delle locali associazioni antiracket possono dato risultati prima impensabili in un contesto estremamente difficile come quello palermitano”.