Noto, tutto esaurito per la performance di Salemme
Uscendo dal teatro nella composta fila di chi vorrebbe ancora indugiare un pochino nella magica atmosfera tra palco e realtà, per rubare l’immagine a Ligabue, continuiamo a pensare a quanto visto, all’enorme saggezza di un maturo Salemme che da oltre un anno porta in tournee “Sogni e bisogni, incubi e risvegli” da lui scritta nel 1995. Questa commedia, originariamente intitolata “Io e lui” ispirata al romanzo di Alberto Moravia, è esilarante e coinvolgente e facciamo una riflessione: se con i bambini riusciamo a insegnare più efficacemente attraverso il gioco, vuoi vedere che con gli adulti gli insegnamenti arrivano attraverso la comicità. Una comicità mai banale, una comicità semplice fatta da fisicità e teatralità nella più radicata tradizione napoletana, dall’uso, mai smodato, del dialetto che magicamente viene compreso benissimo anche da chi napoletano non è. Perchè l’attore, e gli attori, sono talmente bravi da raggiungere appieno la testa, e il cuore, l’attenzione e l’emozione dello spettatore. E ieri sera erano davvero tanti a salutare l’esordio al Teatro netino della stagione classica, tutto esaurito per un inizio col botto quello scelto e voluto dal direttore artistico Sebastiano Lo Monaco che sarà protagonista con il suo spettacolo “Il mio nome è Nessuno, l’Ulisse” nel prossimo appuntamento in cartellone. Il “Tina Di Lorenzo” ha, dunque, rialzato il sipario per vivere un’annata sempre ricca, variegata e che sta ripagando dei tanti sforzi profusi dalla Fondazione in questi anni per diventare punto di riferimento nella proposta cultura di altissimo spessore nell’intero territorio del sud est. La risposta è stata la costante e sensibile crescita nel numero degli abbonati, non solo netini, e del “tutto esaurito” registrato già dal primo spettacolo. E per un’accoglienza all’altezza delle aspettative, da qualche giorno il Direttore Tecnico Salvo Salemi ha preparato il teatro all’insegna del rosso, viste le festività di fine anno ormai prossime; dal prospetto esterno, al foyer arredato con eleganza, e sino al terrazzino che si affaccia su piazza XVI maggio, colorato dalle splendide stelle di natale. Un colpo d’occhio che non ha lasciato indifferente i presenti, dal Sindaco, Corrado Bonfanti, Presidente della Fondazione Teatro, che ieri ha ospitato diverse Autorità, al Sovrintendente Salvatore Ricupero a far gli onori di casa per accogliere al meglio gli spettatori e il grande artista Vincenzo Salemme che ha tenuto a battesimo la stagione 2015-2016. Tornando proprio alla performance dell’attore, regista e autore napoletano, nativo di Bacoli, conosciuto al grande pubblico per i successi cinematografici e televisivi, ieri ha dato, invece, un saggio delle sue straordinarie doti non solo d’interprete (marcata ed evidente la grande scuola dei De Filippo) ma anche di scrittore. Perle di indiscussa saggezza quelle proposte dai protagonisti, Rocco Pellecchia e il suo pene, che prepotenti venivano fuori senza perdere mai il gusto di una sana risata. La storia, semplice, si ritaglia lo spazio tra la riflessione profonda sul senso della vita; su ciò che un uomo semplice come Rocco Pellecchia desidera (interessante lo scambio tra l’attore e lo stesso Salemme che invece interpreta il suo pene, e alla fine, tra “incubi e risvegli” si invertono le parti per divenire un’unica cosa) e la stessa realtà vista invece dal suo membro che stufo di tanta disattenzione (metafora di quanto a volte non prestiamo attenzione ai nostri “sogni e bisogni”) decide di abbandonarlo. Non nuova ma sempre di molto effetto la scelta del Salemme di scendere in platea e dialogare con il pubblico con dei fuori programma che ieri hanno davvero sorpreso e divertito i presenti sino alle “lacrime”, come il salto (in stile spot televisivo di una nota marca di olio) all’interno di un palchetto dove ha improvvisato una gag con l’ignaro spettatore. Con Vincenzo Salemme, come detto regista e autore della commedia, ieri sera sul palco del “Tina Di Lorenzo”, Nicola Acunzo, Domenico Aria, Sergio D’Auria, Andrea Di Maria, Antonio Guerriero e Rosa Miranda. Insomma spettacolo e divertimento puro, ma senza tralasciare il motivo per cui ci si trova anche a scriverle alcune opere; molto forte ed intenso il monologo finale dove, davvero, Salemme ha dato il meglio di sè “Quando eravamo giovani noi, ogni cosa aveva i suoi confini, oggi essere padre è troppo difficile perchè è come se vivessimo in un modo shakerato. E allora forse basterebbe accettare che non siamo da soli e che i bisogni non invadano i sogni”.
Emanuela Volcan