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Garozzo: “Nessuno distrugga la fondazione Inda”

“Nessuno pensi di poter distruggere la Fondazione Inda perché fino a quando sarò io sindaco questo non avverrà”. Lo ha detto Giancarlo Garozzo in apertura della conferenza stampa con la quale, leggendo anche passaggi di atti ufficiali, è intervenuto sulla gestione dell’istituzione culturale e sul successivo commissariamento.

“La Fondazione Inda, dal 2007 a oggi, ha fatto registrare risultati molto importanti, con una crescita costante in termini di spettatori e incassi – ha dichiarato Garozzo che, nella veste di sindaco ha presieduto anche il Cda della Fondazione -.  Alla luce di questi numeri è insensata la proposta di allestire le rappresentazioni classiche ogni due anni. L’Istituto è una macchina rodata che funziona prima di tutto per le persone che vi lavorano durante tutto l’anno. Alle maestranze, ai dipendenti stagionali e a quelli a tempo indeterminato va il mio personale ringraziamento per quello che fanno, in silenzio, per questo glorioso istituto. Non capisco come l’ex consigliere delegato possa attaccare tecnici e persone qualificate, che da anni danno lustro a questo Istituto, e come si possano rimpiangere gli anni in cui l’Inda veniva commissariata per mafia”.

Sui costi e sulla revisione della spesa, il sindaco Garozzo ha precisato che “nel 2014, anno del centenario della Fondazione Inda, sono state messe in scena 4 produzioni teatrali con l’impiego di 169 unità professionali, tra attori, registi, scenografi e costumisti, e una spesa di 1 milione e 74mila euro. Nel 2015, per tre produzioni teatrali, sono state impiegate 68 unità professionali con una spesa di 708 mila euro. È del tutto evidente, da un lato, che i costi complessivi sono diminuiti perché nel 2015 sono state impiegate un terzo delle unità professionali del 2014 ma che al tempo stesso l’Istituto, solo per le unità professionali, ha sborsato di più perché la spesa da 1 milione e 74 mila euro sarebbe dovuta scendere almeno a 500 mila euro”.

Il sindaco Garozzo ha chiarito anche gli aspetti legati al rispetto dello Statuto. “Non si può dire solo la verità che ci fa più comodo – ha sostenuto –. L’ex consigliere delegato ha disatteso quanto lo Statuto prevede per la sua figura rispetto alla ricerca e raccolta di fondi e di migliori condizioni di finanziamento con banche e fondazioni  bancarie. Se non fosse stato per me avremmo perso la sponsorizzazione con la Erg, e la ricerca di condizioni di finanziamento con banche e fondazioni è stata effettuata dal sovrintendente. In compenso, il consigliere delegato è riuscito a farci perdere un finanziamento di 500mila euro, nonostante i miei solleciti a presentare tutta la documentazione per partecipare al relativo bando”.

Sul commissariamento disposto dal ministero per i Beni e le attività culturali, il sindaco ha spiegato “che le motivazioni per la nomina del commissario sono spiegate esplicitamente in un comunicato ufficiale del ministero e nel decreto dove si chiarisce che è una scelta legata alla revisione dello Statuto”. “Evidentemente – ha aggiunto Garozzo – l’ex consigliere delegato vuole anche sostituirsi al ministro. La mia scelta di sollecitare il commissariamento è stata un atto d’amore per l’Istituto, un tentativo di ridare serenità ai dipendenti davanti a chi ha cercato di metterli l’uno contro l’altro”.

Poi il sindaco ha voluto chiarire anche gli aspetti legati alle vicende giudiziarie. “Nel corso di un consiglio d’amministrazione convocato il 4 agosto – ha spiegato Garozzo – abbiamo seguito pedissequamente quanto ci è stato suggerito dall’avvocato e dal consulente del lavoro della Fondazione. Il Cda, all’unanimità, ha approvato sia la costituzione di parte civile che l’avvio dei procedimenti disciplinari. Il demansionamento avrebbe esposto l’Inda a contenziosi rischiando di provocare un danno economico all’Istituto. Nonostante questo, con un ordine di servizio firmato da me il 3 novembre, abbiamo rivisto alcune mansioni affidandole ad altre dipendenti e togliendole alle due dipendenti indagate. Una rotazione per i capi d’imputazione è stata quindi fatta. L’ex consigliere delegato lamenta anche l’esclusione dai colloqui per l’avvio dei procedimenti disciplinari ma l’avvocato della Fondazione Inda ha chiarito che a quei colloqui poteva partecipare solo il legale rappresentante dell’Istituto, cioè il presidente. Ad ogni modo, il giorno dopo il colloquio, ho informato tutto il consiglio d’amministrazione su quanto accaduto durante i colloqui”.

Nel corso della lunga conferenza stampa, il sindaco Garozzo è intervenuto anche sul personale della Fondazione. “L’ex consigliere delegato afferma che è immorale che all’Inda si lavori per 5 mesi e ci sia gente pagata per 12 mesi – ha detto -. Prima di tutto con questa dichiarazione dimostra di non conoscere l’attività dell’Istituto, che è operativo tutto l’anno, poi ha forse dimenticato di dire che ha preteso di aumentarsi il proprio stipendio da 28 a 41 mila euro. Lascio ad altri il giudizio su cosa sia o non sia immorale”. Tra le questioni affrontate, e sollevate dall’ex consigliere delegato, anche una vicenda legata ai buoni pasto per i dipendenti. “C’è una lettera scritta dall’avvocato di una dipendente che chiede la corresponsione dei buoni pasto – ha spiegato il sindaco Garozzo -. Anche in questo caso è surreale che una normale vicenda interna, nella quale una dipendente rivendica i propri diritti, sia stata trasformata dall’ex consigliere delegato in un furto di buoni pasto. Un’accusa sconcertante come quella che parla di due dipendenti apicali con troppo potere concentrato nelle proprie mani. Chiarisco che nessun dipendente all’Inda lavora in autonomia e che io sono sempre stato interpellato per ogni procedura”.

Garozzo non si è sottratto nemmeno a un intervento sulle commistioni politiche all’interno dell’Inda e sulla vicenda denunciata da Giusto Picone rispetto alla firma falsa per i diritti Siae. “Io ho sempre tenuto fuori la politica dall’Inda – ha chiarito Garozzo – mentre l’ex consigliere delegato si è presentato in conferenza stampa attorniato da tutti i rappresentanti dell’opposizione alla mia Amministrazione. Esponenti politici che hanno colto l’occasione per una sorta di chiamata alle armi. Non so se l’ex consigliere delegato voglia candidarsi a sindaco di Siracusa ma certo non colgo quale sia stato il senso della sua conferenza. Trovo poi di cattivo gusto che si utilizzi l’episodio legato alla firma falsa per attaccare l’Inda. È bene chiarire che il sovrintendente Gioacchino Lanza Tomasi ha presentato una denuncia circostanziata su tutta la questione, sia a tutela personale che dell’Inda”.

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