Danneggiarono reperti sulla “bretella” di Noto: a giudizio
Avrebbero danneggiato reperti archeologici, rinvenuti durante i lavori di sbancamento per la costruzione della cosiddetta bretella, sita lungo il tratto di collegamento tra lo svincolo autostradale per Noto e la strada provinciale che da Noto conduce a Pachino. Un atto per il quale saranno processati i rappresentanti dell’azienda appaltatrice dei lavori, mentre è stata emessa sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’ex sovrintendente ai beni culturali di Siracusa, Orazio Micali, perché il fatto non sussiste. Il decreto che dispone il giudizio è stato emesso dal gup del tribunale, Michele Consiglio, a carico di tre persone, legate all’impresa “Tosa Appalti” di Acireale. E’ stata stralciata, invece, la posizione di un quarto imputato, direttore dei lavori, per un mero errore di notifica.
La vicenda si riferisce al settembre 2013 quando l’impresa appaltatrice dei lavori ha operato lo sbancamento di un’area, ricadente nel territorio di Noto, per realizzare la bretella di collegamento tra lo svincolo autostradale e la provinciale per Pachino. Sono entrate in azione anche le ruspe su quell’area in cui, con la rimozione dei metri cubi di terreno incolto, sono venuti alla luce reperti archeologici, che avrebbero dovuto essere recuperati, a giudizio della magistratura siracusana, che ha aperto un’inchiesta. A coordinarla è stato il sostituto procuratore Andrea Palmieri, che ha concluso la requisitoria chiedendo il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, ad eccezione dell’allora sovrintendente ai beni culturali, Micali, per il quale ha chiesto un verdetto di proscioglimento. In una prima fase delle indagini, però, il sovrintendente era stato coinvolto appieno perché era accusato di avere omesso di adottare interventi a tutela di quanto era stato portato alla luce nell’area in questione non fermando, quindi, i lavori di sbancamento.
Il caso venne, però, a galla per la denuncia sporta da “Archeoclub” a cui si sono aggiunte altre associazioni ambientaliste.