Noto Calcio, caos alla vigilia della trasferta di Frattamaggiore
E adesso come si rimettono insieme questi cocci? In casa Noto Calcio è nuovamente caos e all’orizzonte non c’è nulla di positivo. Dopo la crisi scoppiata
tra squadra e società nel dopo sconfitta interna con la Vigor Lamezia, ricomposta, almeno esternamente, dopo circa 48 ore con una conferenza stampa del Presidente Zani, ci fu la crisi tecnica con l’esonero di Cacciola. Quest’ultima fase fu ancora più breve perché in meno di 24 ore arrivava il nuovo allenatore Pippo Romano, armato di tanta buona volontà ma con uno scoglio subito, all’esordio, la trasferta in casa del Siracusa (2-0), seguita dall’impegno del mercoledì con la Vibonese (2-2). La squadra è ad un punto dai play out ma questo non avrebbe spaventato se si fosse rimasti fuori dalla porta dello spogliatoio, ovvero fuori dai reali problemi di questa stagione che la Società sintetizza in una mancanza di liquidità “per colpe non loro”, ci dicono. Oggi quella porta si è spalancata e ci ha mostrato in tutta la sua crudezza quanto in realtà succede in casa Noto. Ieri i calciatori sono arrivati al Palatucci ma non hanno sostenuto l’allenamento ed hanno confidato ai presenti situazioni davvero umilianti; una quotidianità al limite della sopportazione che alla fine ha indotto Romano a tornare nella sua Licata proprio nell’antivigilia della difficile trasferta a Frattamaggiore. L’appuntamento per i calciatori per partire alla volta della Campania, senza mister Romano è confermato? Chi sarà disposto a partire senza guida tecnica? Ma soprattutto a continuare questo gioco al massacro? Stamane abbiamo sentito l’allenatore Pippo Romano che ha così spiegato il suo gesto: “Quando sono stato chiamato avevo ricevuto rassicurazioni da parte del Presidente Zani, in relazione ai fatti accaduti pochi giorni prima, ed invece mi sono reso conto che, se possibile, è pure peggio. Ieri i calciatori non si sono allenati, aspettavano i rimborsi spesa ed ho raccolto sfoghi che mi hanno posto davanti la situazione in tutta la sua crudezza. Voglio allenare degli atleti, voglio farlo all’interno del campo di calcio per raggiungere quanto mi è stato chiesto, ma davanti ho uomini, comprensibilmente, spenti e senza entusiasmo. Non posso e non devo allenarli mentalmente, svolgere la mia professione in condizioni di stress quotidiano. Se i calciatori non verranno messi in condizioni di tranquillità e serenità da parte della Società, non tornerò sui miei passi. Spero, infine, che questo mio gesto serva a scuotere l’intero ambiente”. Ecco perché a corredo abbiamo riproposto lo striscione esposto dai tifosi granata in occasione della “settimana horribilis” tra Cava dei Tirreni e Rende. Perché questa stagione si sta davvero trasformando in un teatrino dove i protagonisti sembrano cambiare ed indossare abiti ed umori diversi, ma quello che continua a non modificarsi è la trama, una matassa che prima dell’ultimatum del Presidente Zani, il 31 marzo 2016, è talmente ingarbugliata da celare, anche agli occhi più esperti, il “capo” di tutta questa vicenda. E mentre si cerca, la nave affonda sebbene il tempo per riparare le falle ci sarebbe, ma la volontà c’è ? Questo è il dubbio.
Emanuela Volcan