Noto Calcio, il caos continua e la squadra è nei play out
Disegno machiavellico o sfortunata serie di coincidenze? La riflessione è quasi un obbligo a poche ore dalla fine della partita interna, la penultima della stagione, che ha fruttato al Noto solo un punticino. Nel post gara, infatti, succede di tutto e l’orizzonte si fa nebuloso, quanto era scoppiato come una bomba dopo la sconfitta interna ad opera della Vigor Lamezia si è arricchita di personaggi ma di fatto non è mai stata risolta. Proviamo a raccontare le ore di oggi e poi a dare una spiegazione lucida, per quanto possibile, della situazione in casa Noto Calcio. Ci apprestiamo a raggiungere la palazzina servizi dello stadio dove sono ubicati gli spogliatoi ed anche la sala stampa per le interviste e ci accorgiamo, i toni sono abbastanza alti, che alcuni calciatori (ancora in maglietta e calzoncini), i senior per intenderci, parlano con toni concitati con il Presidente onorario.
Nello stesso frangente l’ex Presidente Graziano Zani (ma non era dimissionario?) si avvia verso l’uscita. Dallo spogliatoio esce anche Cannone con una borsa del ghiaccio poggiata sulla mano con il suo allenatore e con un compagno e sale sull’ambulanza; sapremo dopo che lui stesso si sarebbe procurato una ferita per la rabbia esplosa a causa dell’espulsione, a suo dire ingiusta. Giunti in sala stampa realizziamo le interviste con il tecnico ospite e con Cacciola, distratti, non se ne può fare mistero, dalle voci che arrivano dallo spazio esterno dove i giocatori del Noto, ora in tuta, (nella foto un momento di questo confronto) tornano a confrontarsi animatamente sempre con Albanese che, sapremo dopo, sarebbe entrato nello spogliatoio per richiamare la squadra rea, a suo dire, di non aver dato il massimo per raggiungere l’obiettivo della vittoria sulla Palmese. In realtà le parole dello stesso Cacciola ci chiariscono meglio i termini “Durante la settimana non vediamo mai dirigenti, riceviamo solo promesse. I miei calciatori stanno dando il massimo ma faccio appello ad un maggiore rispetto verso di loro e chi deve intervenire lo faccia presto”. Ecco la prima considerazione, che scaturisce da tutti i fatti, da tutte le dichiarazioni registrate sin qui: nella partita interna che vide l’esordio proprio di Albanese come Presidente onorario, lo stesso in sala stampa aveva dichiarato, e riportiamo testualmente: “Stiamo cercando di sistemare la situazione societaria ed entro la prossima settimana provvederemo a saldare le spettanze dei calciatori”.
Era il 20 marzo e non volendo fare i conti in tasca a nessuno quello che trapela non rispecchia quanto dichiarato. E da qui la reazione odierna dei calciatori all’incursione del Presidente onorario, (ma dopo le dimissioni di Zani dobbiamo considerarlo il vertice societario in tutto e per tutto? n.d.r.). In sostanza l’autorità non si riconosce perché l’autorità la si conquista in primis mantenendo i propri impegni, quegli impegni che pubblicamente sono stati presi. Nel frattempo arrivano anche gli ultras, i tifosi che da alcune settimane a questa parte, e precisamente dopo la famosa conferenza stampa di Zani che fissava nel 31 marzo la scadenza per la quale si sarebbe fatta chiarezza su tutta la vicenda, sono rimasti fuori dallo stadio ma sempre presenti. I fatti ci mostrano che alla data testé citata non solo questa chiarezza non è arrivata ma se possibile la situazione è ancor più ingarbugliata con una persona tirata dentro, che avrebbe dovuto aiutare a raggiungere la serenità, ed una invece che è uscita. E senza re e senza regno sono rimasti tecnico, calciatori e tifosi, ed anche questo appare abbastanza chiaro. Ecco la posizione degli ultras ecco il confronto a muso duro con Albanese, a cui è stato chiesto, senza mezze misure, di andarsene, lui con tutti gli altri. “Me ne vado ora stesso”, dichiara il presidente onorario, salvo ripensarci un minuto dopo e alla conseguente domanda dei tifosi su come intenda salvare capra e cavoli, la risposta è sempre la stessa: scuse, rinvii e poca chiarezza. Così il pomeriggio si è concluso con un faccia a faccia tra i calciatori e gli ultras dove da entrambe le parti si è tentato di capire come poter andare avanti tra tutte queste grandi e continue incertezze. La domanda è sempre la stessa, e arriva dalle consuete riflessioni su tutto quanto è accaduto in questi mesi, chi ha preso questa società nelle mani se non è in grado di condurla fino a fine stagione non sarebbe meglio che la lasci in mano altrui? Mancano 4 partite, tre per il Noto che deve osservare il proprio turno di riposo, si è nei play out ma Cacciola ha a disposizione una squadra che, se serena, ha le armi per conquistare la salvezza. Qui, però, o si fa un’assunzione di responsabilità mettendo mano al portafoglio, senza aspettare la manna dal cielo, o in caso contrario, ed è un’altrettanta assunzione di grandissima responsabilità, si rimetta nelle mani di chi si è presa, il Sindaco. Così come più volte fatto intendere dallo stesso Zani che però, ora, si è dimesso. E allora?disegno machiavellico o sfortunata serie di coincidenze?
Emanuela Volcan