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Traffico di reperti archeologici: scena muta dei due siracusani

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due siracusani, coinvolti nella complessa operazione portata a termine dai carabinieri del comando tutela patrimonio culturale, a conclusione di un’indagine a carico di una presunta organizzazione criminale dedita al traffico illecito di beni archeologici, provento di scavi clandestini consumati ai danni di vari siti siciliani.

Giovanni Stelo di 56 anni, assistito dall’avvocato Giorgio Nicastro, e Angelo Sichera, difeso dall’avvocato Francesco Fiducia, sono comparsi ieri mattina dinanzi al gip del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco per essere sottoposti a interrogatorio di garanzia per rogatoria. I due, per i quali è scattata la misura cautelare, sono ritenute dagli inquirenti pedine importanti nell’ambito della presunta organizzazione. Per Stelo, ritenuto a capo della presunta organizzazione, sono scattati gli arresti in carcere, mentre agli arresti domiciliari si trova Sichera, che avrebbe avuto l’incarico di corriere per il trasporto dei reperti.

L’indagine, avviata nel 2014, a seguito di un esteso fenomeno di scavi clandestini a Termini Imerese, nel sito archeologico di Himera, ha accertato che i reati erano riconducibili a un gruppo criminale ben strutturato, che operava sull’intero territorio siciliano.

Secondo gli inquirenti, il gruppo era in grado di gestire tutte le fasi del traffico illecito: gli scavi clandestini in Sicilia; l’esportazione illecitain Germania attraverso l’impiego di corrieri, ruolo che avrebbe ricoperto Sichera e che per tale motivo è finito agli arresti domiciliari. L’organizzazione si era specializzata anche nella vendita all’estero dei beni, attraverso canali che sono in via di ulteriore approfondimento investigativo.

Nel corso delle indagini sono stati accertati scavi clandestini in vari siti archeologici tra i quali quello di Megara iblea e in altri siti nei pressi di Augusta, dove sarebbero avvenuti raid a più riprese da parte di tombaroli senza scrupoli, pronti a impossessarsi dei tesori che sono custoditi nei siti archeologici.

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