Operazione “Qualunquamente”: avanzate tre richieste di costituzione di parte civile
Un difetto di notifica ha fatto slittare l’udienza al processo scaturito dall’operazione denominata “Qualunquamente”, che vede imputato il sindaco di Priolo Gargallo e altre diciassette persone nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Siracusa.
La prima udienza dinanzi al gup del tribunale, Andrea Migneco, era fissata per ieri mattina ma è durata giusto il tempo di fissarne un’altra per l’11 ottobre prossimo. All’udienza di ieri si è registrato il deposito della richiesta di costituzione di parte civile ad opera dell’avvocato Giambattista Rizza, patrocinatore di Giuseppe Benvenuto e della figlia Sara Rosa. I due congiunti hanno denunciato il sindaco e altri tre amministratori pubblici priolesi per il fatto che, a loro dire, la decisione del padre di non votare il primo cittadino avrebbe determinato l’interruzione delle esibizioni canore che solitamente la figlia faceva in occasione di manifestazioni organizzate in paese. La difesa del sindaco Rizza, rappresentata dall’avvocato Domenico Mignosa, si riserva di replicare a queste tesi nel momento della verifica dell’ammissione della costituzione di parte civile. Hanno anche preannunciato di volersi costituire parte civile, il Cumi, consorzio universitario Megara Iblea ed un suo esponente.
L’indagine avrebbe svelato un complesso sistema di scambio tra elargizioni di contributi sociali. La Procura di Siracusa aveva emesso 19 avvisi di conclusione indagini a vario titolo per concussione, voto di scambio, concussione elettorale, abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale, truffa aggravata e violenza privata. Tra i destinatari il sindaco di Priolo Antonello Rizza, il presidente del Consiglio comunale in carica, un ex assessore alle Politiche sociali, 5 dirigenti del Comune di Priolo, 3 imprenditori, un consulente ed un ex segretario comunale. L’indagine, portata a termine dagli agenti del commissariato di Priolo, ha mosso i primi passi nel settembre del 2012 dopo una presunta concussione ai danni di un funzionario del Consorzio universitario Megara Ibleo.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli indagati avrebbero elargito cospicui sussidi in favore di persone che non avevano i requisiti richiesti, al fine di ottenere voti nelle elezioni regionali dell’ottobre 2012 e nelle consultazioni amministrative del giugno 2013. Per gli inquirenti, sarebbero stati distratti fondi pubblici, compreso il fondo di riserva, destinando circa un milione e 800 mila euro a sussidi straordinari “una tantum”. I riscontri investigativi avrebbero anche svelato l’ipotesi di truffa aggravata in occasione del Carnevale del 2013, quando i vertici politici del Comune di Priolo, “inducendo in errore la giunta municipale, procuravano agli organizzatori un ingiusto profitto a mezzo fatture gonfiate, per un ammontare di circa 20 mila euro.