Festa del sacro Cuore tra giostre che sfiorano i balconi delle case, musica violenta che costringe la gente a scappare
Le strade attorno alla chiesa del Sacro Cuore, nel centralissimo Viale Zecchino, sono trasformate in una vera casbah. La tradizionale fiera che ogni anno nel mese di giugno richiama nella zona ambulanti e commercianti, con ogni genere di merce, i furgoni dei paninari, oltre alle “giostre” per la gioia di giovani e bambini; non è più una festa, ma un incubo per gli abitanti. Le strade sono, di fatto, assediate, occupate, in maniera selvaggia da furgoni e bancarelle, e da mostruosi camion che trasportano gli impianti del Luna Park. Giostre che aumentano ogni anno di numero e forse questo spiegherebbe l’occupazione quasi totale delle strade all’interno della zona.
I residenti lamentano fortemente lo stato del disagio, patito e sofferto fino all’inverosimile. Infatti, le bancarelle non hanno una sistematica e ordinata collocazione e quest’anno in molti hanno preferito assentarsi per motivi legati alla crisi economica. Una festa all’insegna del marasma assoluto e del disordine regnante. Il primo giorno ieri sabato le forze di polizia assente. I vigili urbani arrivati ad una certa ora sono andati via. I luoghi sono diventati terra di nessuno. La disperazione della gente aveva una logica e sacrosanta verità. Ecco una sintesi di quello che hanno vissuto i residenti tra le vie Giacomo Serpotta, Andrea Palma, Antonello Da Messina e un tratto del Viale Zecchino: sporcizia e sudiciume a iosa, gigantesche giostre che a pendolo sfiorano i balconi delle case, una musica assordante a pochi metri dalle case anche a notte fonda, gruppi elettrogeni che vomitavano monossido di carbonio di continuo fino a saturare l’aria, che diventava ogni sera irrespirabile, una puzza irresistibile provocata da alimenti in cottura, con carne cruda in bella vista in mezzo allo smog e pronta per essere cotta e mangiata, dolciumi e panini ammantati dallo smog, cavi elettrici in mezzo alla pubblica via dove la gente passeggiava e i bambini giocavano, molti gli allacci abusivi alla rete elettrica pubblica registrati con cavi in bella vista e con un calo di tensione denunciata dai residenti della zona di sera con danni a utenze, fili elettrici pendenti che alimentavano baracche e bancarelle. Guardare per credere. (per la cronaca lo scorso anno prese fuoco un cavo elettrico dell’Enel nel viale Zecchino), le strade bloccate da enormi camion che chiudevano l’entrata e l’uscita dei residenti, la mancanza totale di bagni chimici (anche se i giostrai, per la verità, confermano che i bagni chimici c’erano nel numero di quattro, ma non erano forse in bella vista), che costringevano ambulanti e giostrai a urinare nelle bottiglie e fare i bisogni nelle buste di plastica. Il tutto abbandonato nella pubblica via. Una situazione a dir poco drammatica, sia dal punto di vista igienico sanitario, sia della sicurezza degli impianti, nonché della disposizione delle giostre troppo vicine alle case, costringendo gli abitanti a sloggiare poiché gli appartamenti erano diventati invivibili. Tutti fatti già denunciati lo scorso anno, ma gli addetti ai lavori sono zitti, orbi e sordi. La circoscrizione è assente e tranne qualcuno che ha protestato proprio ieri ai microfoni della Tv locale Teleuno Tris, il resto latita.
Già la situazione descritta da sola basta e avanza per capire chi ci amministra e per un’indagine dai risvolti giudiziari. Una storia paradossale, che il Comune di Siracusa e i vertici del Quartiere, non possono davvero aver avallato, dimenticando che esistono in questa nostra società le norme di sicurezza per la tutela della vita umana e quelle della prevenzione in favore della Sanità pubblica. Ma forse ci piace essere trattati così, come nel Terzo Mondo, noi che siamo stati la culla di antiche culture, oggi ridotti quasi all’inciviltà. L’inquinamento provocato contro la salute pubblica e la vendita di prodotti alimentari in balia a polveri, smog e veleni, è punito dalle norme di legge che regolano la materia, e chi ha il compito di vigilare è responsabile insieme al commerciante. Il mancato rispetto di precise norme rispecchia la leggerezza con cui il Palazzo ha trattato tutta questa squallida vicenda, legata a una semplice tradizione popolare; ma le feste non possono colpire i cittadini per il solo abitare in quella zona. I vigili del fuoco e la commissione addetta sono stati chiamati, come per legge, asseriscono alcuni giostrai, per il controllo della sicurezza pubblica degli impianti e la loro collocazione, ma le giostre sono in mezzo ai palazzi e chiudono strade altrimenti destinati alla viabilità e alla sosta delle auto dei residenti. Gli impianti delle giostre formano un unico blocco con le palazzine popolari che insistono in quelle strade, ostruendo la visuale e il passaggio a volte anche dei pedoni. Il sindaco, i dirigenti di settore e il comandante dei vigili urbani e dei vigili del fuoco, sono a conoscenza di quello che succede davvero in questo spicchio di terra, che per tre giorni è ogni anno abbandonata dalla mano pubblica?
“In più di vent’anni, dice un anziano abitante, non ho mai visto una situazione simile. Nemmeno nell’Africa succedono queste cose. Siamo davvero arrivati alla fine. Tutto è improvvisato senza un programma prestabilito. Abbiamo dovuto lasciare le nostre case e andare in mezzo alla strada o dai parenti. È questa si chiama civiltà? Con porte e finestre sbarrate bambini e anziani si sono messi a gridare: basta, basta, ma la musica ha continuato a suonare a tutto gas fino a notte fonda, e senza difesa per i più deboli della catena”.
“Forse è il caso di ripensare per il prossimo anno a una festa più sobria e più civile. Magari con la sola processione religiosa, che è poi l’anima di questa tradizionale ricorrenza – dice un’anziana signora uscendo dalla Chiesa del Sacro Cuore cui dice, di essere devota fin da ragazza”.
Intanto molti residenti dicono di aver denunciare i fatti accaduti lo scorso anno ma non è successo niente, insieme alla richiesta popolare di annullamento della manifestazione al Comune per il futuro e di voler chiamare in causa la Circoscrizione competente. Il parroco rimane zitto. Fa il suo lavoro-dovere, ma la gente non può essere trattata da schiavi, dove pochi decidono per tutti. Ma è possibile che delle giostre devono esserre colocate a tre metri de finestre e balconi, costringendo la gente a scappare di casa? Come si vuole definire ttutto questo civile? Allora…
È davvero auspicabile da parte del Palazzo un colpo d’ala forte e decisa per riprendere in mano la guida dell’amministrazione, che pare essergli scappata davvero di mano. Questi atteggiamenti sono e rimarranno sempre “traccheggi” con equilibri virtuali della falsa politica. I bisogni della gente devono essere disposte a tutto campo e al primo posto. Tentare di gettar ancora fumo negli occhi è ormai acqua passata. Il silenzio è complicità, morte politica. Aver incassato pochi euro per l’uso del suolo pubblico in barba a regolamenti e leggi per far cassa, anche in presenza di una riconosciuta crisi economica, non giustifica tanto sacrifico della povera gente e nemmeno il fatto di far finta di non sapere quello che succede nella città che si vuole amministrare. Sperando che non si tratti di “altro”.
Concetto Alota
Per l’amministrazione, ben vengano giostre, bancarelle ed ogni sorta di presenza, significano soldi di tasse per occupazione suolo… dei cittadini poco importa.