Roberto Fai: “Meglio la strada del voto”
Un triste epilogo politico-istituzionale si consuma, in questi giorni, a Siracusa. Il macigno di una preoccupante delegittimazione dell’attuale ceto di governo cittadino cade in questi giorni sulla testa dell’amministrazione comunale, a seguito dell’inchiesta giudiziaria relativa al Bando per l’appalto degli asili nido della città – con l’emergere di altri possibili filoni d’inchiesta –, che tocca direttamente un autorevole assessore della Giunta, Alfredo Foti, insieme all’ex Capo di Gabinetto del Sindaco Garozzo, Giovanni Cafeo – al quale sono attribuite dalla magistratura inquirente responsabilità penali gravissime –, e che, pertanto, per il rilievo delle due figure coinvolte, lambisce il destino della stessa Giunta diretta dal Sindaco Garozzo. La sensazione è quella di una deriva politico-civile che colpisce la città, dentro cui sembra irreversibilmente naufragare e incartarsi la Giunta comunale, a tre anni dal suo insediamento. E d’altra parte, mentre questo scandalo politico-giudiziario fa capolino e irrompe nelle prime pagine e TV nazionali, esso aggrava ulteriormente l’immagine e il profilo politici della stessa Giunta, stante le debolezze, le criticità e la sempre più vistosa assenza di disegni politico-strategici, in cui langue da tempo la stessa attività di governo. Non solo da tempo, la Giunta Garozzo non riesce a esercitare alcun “appeal” in settori larghissimi dell’opinione pubblica, ma la vicenda giudiziaria mette in cattiva luce la nuova classe dirigente, raccolta attorno al Sindaco, apparsa sino a poco tempo fa una sorta di fiore all’occhiello del “renzismo”siciliano. Peraltro, accanto a quella che è una preoccupante soglia della “illegalità pubblica”, è scomparsa da tempo dall’orizzonte – e dalla percezione della stessa opinione pubblica cittadina – il tema della “legittimità” e dell’autorevolezza (ideale, propositiva, di sfida progettuale) dell’attività amministrativa, sino al punto che i principali problemi della città e del territorio languono in uno strenuo andazzo, privo di un adeguato respiro politico-strategico.
Sin dal giugno del 2013, tra la Giunta Garozzo – affermatasi peraltro con un fragile e scarso consenso ottenuto al ballottaggio, con quel 37% di elettorato, recatosi al voto – e il partito di diretta espressione, il PD, si è venuta esasperando una conflittualità tra gruppi contrapposti e un opaco scontro sopra la testa delle scelte fondamentali di governo della città.
La responsabilità di tutto ciò ricade su entrambe le due realtà, stante che è mancata la soluzione di nodi decisivi e il forte respiro progettuale per coinvolgere le forze sociali, sindacali, delle professionalità civili in un ampio confronto che desse la misura di una svolta nella pratica politica (quale organica politica su turismo/cultura e Beni culturali?; quale seria gestione delle strutture sportive?; vicenda Commissariamento Inda; Quali Progetti significativi per i Fondi U.E. 2014-2020; quali politiche forti di integrazione degli immigrati? ecc..). Oggi, è molto più facile, diretto, ed anche in sintonia con le ragioni “liberatorie” di quella critica sferzante che sale in queste ore da ampi settori della politica e della società, riconoscersi nelle parole d’ordine del tipo: “Si dimetta anche il Sindaco!”; “Basta, dimissioni del Consiglio comunale!”; “Via, tutti a casa, si torni al voto!”.
Tuttavia, dalle prime reazioni del Sindaco, di qualche personaggio implicato nell’inchiesta e di qualche esponente della Giunta, si coglie che queste richieste “liberatorie” rischiano di cadere nel vuoto, dal momento che è prevalente, negli ambienti coinvolti, l’assoluta mancanza di una chiara consapevolezza della gravità e del degrado di una situazione che tocca i vertici della Giunta – mentre tra esponenti della Giunta e il PD si colgono segnali opachi che alludono a una prosecuzione sotterranea di una guerra intestina. Pertanto, o Garozzo e il PD – unici soggetti responsabili del degrado attuale – sono in grado, da subito, con atti chiari, scelte nette e di forte discontinuità, di corrispondere alle attese e aspettative di un’opinione pubblica frastornata e stanca di assistere ad un giochino delle parti, altrimenti la loro irresponsabilità non potrà trovare altra giustificazione che la strada del voto.
Roberto Fai
Associazione Siracusa verso Sinistra Italiana