Libero consorzio comuni, la Uil chiede le dimissioni del commissario
Sul Libero Consorzio provinciale, tuona il segretario provinciale della Uil Fpl Gesualda Altamore che chiede le dimissioni del commissario provinciale. Non è la prima volta che dall’organizzazione sindacale siracusana si punta il dito contro Antonio Lutri, per lo stato in cui versa l’ex Provincia regionale e, di riflesso, le difficoltà quotidiane dei suoi lavoratori. Non bastano appelli, manifestazioni, sit-in, scioperi, a smuovere le acque. Così, il segretario provinciale della Uil Funzione pubblica è tornato all’attacco.
“Se tutto quello che il commissario è riuscito a fare per il personale del Libero Consorzio di Siracusa, interno e della partecipata, è quello di consentire ancora prestazioni di servizi nella migliore delle ipotesi illegittimi e di non pagare il salario accessorio, soprattutto a quelli dei livelli più bassi, io chiedo che lo stesso debba fare un atto d’onestà con sé stesso e con i lavoratori: deve rassegnare le dimissioni”, dice il segretario Altamore.
Sono tanti i “capi d’accusa” che la Altamore imputa al commissario: “Ha di recente nominato dirigente il segretario Generale in spregio di un evidente conflitto di interesse e nel frattempo non è stato capace di mettere nelle condizioni di rendere un utile servizio a chi da anni chiede di farlo (ex lavoratori Riserva), probabilmente solo per correre dietro le paturnie di qualcuno, ma non solo: Lutri ha ipotizzato modifiche al Regolamento degli Uffici e dei Servizi che sono incomprensibili dal punto di vista della efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa e forse molto più comprensibili dal punto di vista di qualcuno”.
E ancora: “Lutri ha mantenuto un Capo di Gabinetto con relativo staff nonostante l’Atto di indirizzo dell’Assessore Lantieri e ha rapporti pessimi con i rappresentanti dei lavoratori, con relazioni sindacali di facciata e solo se imposte; continua a convocare delegazioni trattanti ma si guarda bene dal convocare le Organizzazioni sindacali che glielo chiedono e, di contro, provare a dialogare solo ed esclusivamente coi vertici confederali. Ma soprattutto, cosa assai più grave ,non paga gli stipendi e non spiega il perché”.