Gelata 2015: i fondi per i danni alle aziende agricole ci sono, anzi, no
Le somme stanziate per le aziende agricole colpite dalla nevicata del primo gennaio 2015 sono rimaste intatte, anzi no. E’ guerra di dichiarazioni fra gli assessori regionali Marziano e Cracolici, e il presidente della commissione Bilancio, Vinciullo. I primi due sostengono che «I fondi stanziati ed impegnati per i danni subiti dalle aziende, sono ampiamente confermati e ammontano a 2 milioni di euro, pari alla stima complessiva delle pratiche ammissibili a finanziamento, ovvero 75 aziende”.
Il procedimento per le 75 aziende è stato avviato circa un mese fa ed è stato demandato all’Ispettorato provinciale agricoltura di sovrintendere a tale lavoro”.
I due smentiscono le notizie diffuse secondo le quali le somme stanziate per Pachino sarebbero state destinate ad altri territori. A sua volta, il deputato Vinciullo smentisce i due parlamentari sostenendo che “sono stati sottratti 4 milioni di euro agli agricoltori di Pachino, Portopalo e Noto colpiti dalla gelata e dalla nevicata di Capodanno del 2015. “Per gli agricoltori – dice Vinciullo – erano stati inizialmente stanziati 8,8 milioni di euro dalla Legge 499/99, somma poi ridotta a 2 milioni per soddisfare le
esigenze dei forestali con l’impegno di reintegrarla nella Finanziaria 2016 con fondi regionali. I 2 milioni sono disponibili da quasi due anni. L’Assessore Cracolici non ha aggiunto altro a quello che era già previsto, ha anzi sottratto i 4 milioni che erano stati stanziati dal Parlamento siciliano, su mio emendamento, e che, con mio Ordine del Giorno, aveva stabilito il criterio cronologico nella distribuzione delle somme, che vedeva per primo, appunto, la calamità della Zona Sud della provincia di Siracusa, nel rispetto della legge nazionale sui ristori dovuti in caso di calamità”.
“Avere ridotto a meno di un quarto la somma originariamente disponibile – continua Vinciullo – ha portato a questi ritardi voluti e, successivamente, alla riduzione del contributo dall’80% a meno del 40%, cosa che non viene detta, per coprire i propri comportamenti ostili alla città di Pachino”.