Cultura

Noto, presepi in concorso ai bassi dell’ex Convitto Ragusa

Non esiste Natale senza presepe perché la rappresentazione della Natività è per il mondo cristiano il centro di tutta la fede. Nei secoli si è proprio sviluppata una forma d’arte talmente importante e radicata che in alcuni luoghi riesce ad avere anche delle connotazioni tutte proprie; un esempio su tutti è quella napoletana, conosciuta ed apprezzata in ogni angolo del mondo. Esposizioni, concorsi, rappresentazioni animate e viventi diventano, dunque, motivo di attrazione per una comunità e così capita un po’ a tutti, in queste giornate di festa, di andare in una città o nei quartieri della propria per visitarne qualcuno. A Noto da qualche anno si svolge un vero e proprio concorso, giunto alla 5° edizione, “Piccoli e grandi Presepi, Nativity scene exhibitions”, che vede le opere in gara (piccole) esposte ai bassi dell’ex Convitto Ragusa, tutti i giorni sino all’8 gennaio 2017, dalle ore 10,30 alle ore 12,30 e dalle ore 17,30 alle ore 19,30, mentre i grandi Presepi sono sono collocati in punti diversi della Città. Concorrono per un premio e le menzioni speciali ma soprattutto sono espressioni artistica degli autori che si confrontano in due categorie: storico tradizionale/orientale ed artistica. Entrando si percepisce subito un’atmosfera bellissima ma la sorpresa più grande sono le opere tutte da osservare nei loro particolari e da scoprire nella loro interpretazione. Cinque i presepi in concorso, di cui due presentati da altrettante Associazioni: ARMR (Associazione Ricerca Malattie Rare) con un’opera storico tradizionale molto bella che presenta la scena di un paesino dove avviene il miracolo della Natività; di genere artistico quello presentato, invece, dall’ASPE (Associazione Siciliana per l’Epilessia) che con delle lampadine spente, accanto alle quali ci sono dei pensieri scritti, si intende portare il messaggio di chi soffre di questa patologia e si trova proprio come una luce spenta in mezzo alla società, per questo il presepe ha come titolo “Fuori dall’ombra”. Sempre per la categoria artistica il presepe, davvero singolare, di Sara Malaga che ha costruito un albero di stoffa su cui si sviluppano le scene del presepe, tutte rigorosamente realizzate con panno e bottoni, alla base la Natività perché, come indica la stessa autrice “Gesù radice dell’albero della vita”. Presepe storico tradizionale quello di Teresa Risino che ci conduce per mano in un’ambientazione tipicamente siciliana dove possiamo riconoscere le nostre nonne, le nostre mamme e le loro case nell’abbigliamento e nelle case, un tuffo nel passato per riscoprire anche le atmosfere di una volta quando il Natale era famiglia e basta. Un diorama il presepe, per la categoria storico orientale, presentato in concorso da Stefano Oddo che ha voluto rompere gli schemi del classico presepe con una ricostruzione in prospettiva che con i giochi di luce da l’idea di essere davanti ad una scena reale; in questo caso l’autore ha scelto il passo dal Vangelo di Luca che racconta l’annunciazione della nascita di Gesù. Tutti particolari, tutti belli, tutti con un significato ed una tecnica che ci mostrano cura del dettaglio e ricercatezza nella costruzione della scena, dei personaggi o della rappresentazione che di essi si è scelto di fare; per la commissione preposta non sarà facile operare la scelta di assegnare il primo premio. Per i netini e per i tanti turisti di queste giornate di festa un’occasione che non può essere persa.

 
Emanuela Volcan

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