Noto,le opere di Costagliola, scultore palermitamo, in mostra a Collection
Capita di visitare mostre ed esposizioni per conoscere e scoprire forme d’arte e i loro autori, un po’ meno succede che di alcune di esse si resti folgorati e sorpresi, ammaliati e incuriositi, ed anche disorientati dalla prospettiva offerta. Ci è successo a Collection, la mostra di collezionismo scultoreo siciliano aperta al Museo Civico di corso Vittorio Emanuele a Noto fino all’8 gennaio e curata da Vincenzo Medica per Studio Barnum e NotArte Artisti Associati, dove sono esposte tre opere del giovane scultore palermitano Alessandro Costagliola.
Un colpo di fulmine, un’attrazione fatale verso questa sfida alla forza di gravità con una continua ricerca verso l’equilibrio; si resta davvero attoniti davanti a questi corpi, delineati nella loro fisicità, che interpretano stati d’animo e situazioni, giochi dei bambini e incontri. La visita a Noto nei giorni scorsi di Alessandro Costagliola (nella foto accanto ad una delle tre sculture presenti a Collection), legato alla città di per motivi personali, è stata una ghiotta opportunità, dunque, per incontrarlo e poter parlare della sua arte e del suo percorso, scoprendo che nel suo dna c’è tanto di artistico, molto vicino nel papà, molto lontano nel trisavolo materno, scultore francese. Rotto il ghiaccio proviamo a conoscerlo meglio partendo dai suoi studi: “Istituto d’Arte e poi Accademia seguito dal professore RIzzuti, ma nelle mie mani sin da piccolo c’è stata la creatività in qualsiasi tipo di oggetto mi trovassi a toccare”. Per finire alle esposizioni ed eventi a cui ha partecipato. “I miei lavori sono in mostra permanente al Bobez Arte di Palermo, di recente sono stato all’Arte Factory di Catania, ad un evento di video mapping, sempre a Palermo, e ad una mostra a Cesenatico”. Non ama molto parlare di sé, è evidente, e si schernisce davanti ai complimenti, ma riesce benissimo con le sue opere a dialogare con chi le guarda: “Lavoro la terracotta e sfido continuamente la gravità, battaglie che a volte perdo, per scioccare chi guarda; nel farlo sviluppo l’equilibrio e soprattutto la fisicità dei corpi, rigorosamente nudi, i maschi rigorosamente calvi, mettendo in risalto ed enfatizzando lo sforzo del movimento”.
Sembra un paradosso ma non lo è, le sue sculture, che riprendono uomini e donne in un’azione ben precisa, ove tutto il corpo tende ad essa e dove i muscoli e gli arti interessati vengono esaltati dalle curve che l’artista riesce a riprodurre con la materia. Predilige la figura maschile “perché più spigoloso e quindi si presta meglio a rappresentare i miei sentimenti, la forza, la rabbia, etc. E sono calvi perché il cranio, secondo me, è la parte più armonica del corpo umano”. Sulla nudità delle sue opere c’è invece un’altra motivazione. “Mi diverto a prendere un po’ in giro l’arte classica, l’esasperata ricerca della perfezione; non potrei farlo se i “miei corpi” fossero vestiti”. Anche sul tipo di materia prima che viene impiegata Alessandro ci tiene a spiegare che: ” La terracotta è un materiale povero, la uso per le sculture, mentre per le basi trovo sempre degli oggetti da riciclo, a cui non solo do nuova vita ma anche bellezza”. Idee chiare per Costagliola che solo da pochi anni è alla ribalta, e nel 2014 ha vinto il Premio Arte Pentafoglio a Palermo, che consisteva nella critica di Paolo Battaglia La Terra Borgese, noto critico d’arte fondatore nel 2011 proprio di questo riconoscimento che oltre agli artisti viene assegnato, ogni anno, anche ad alte cariche Istituzionali, a letterati e scienziati di chiara fama, operatori commerciali ed economici, alti prelati e comuni cittadini che spesso svolgono azioni di grandissimo pregio in difesa di diritti umani, legalità e pace.
La passione e la creatività, l’irrefrenabile manualità con tutto ciò che gli capita a tiro, Alessandro Costagliola è questo, un giovane scultore accostato al francese Rodin, anche se i suoi preferiti sono il Bernini e oggi l’australiano Ron Mueck; le sue opere saranno in mostra ancora per pochi giorni, sino a domenica 8 gennaio a Noto, al Museo Civico di Corso Vittorio Emanuele.
Emanuela Volcan