Port Autority Augusta, Amoddio: “Crocetta non vuole assumersi le sue responsabilità”
Non si placa la polemica accesa lo stesso giorno che si è consumato lo scippo in danno della sede dell’Autorità portuale ad Augusta in favore del porto di Catania. Una storia che nasce tra i giochi sporchi della politica italiana. Enzo Bianco, sindaco di Catania è passato con la corrente di Renzi e del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Un colpo di mano sotto il naso dei nostri rappresentanti parlamentari; un colpo basso considerato che l’arcano giuridico ristagna nel tempo dei due anni assegnati con il Decreto alla durata della sede della Port Autority, per poi, forse, ritornare ad Augusta. Guarda caso in un momento pre-elettorale, quando si prepara un periodo giusto di due anni per completare il ciclo elettorale: regionali, provinciali, comunali e nazionali. Fessi sì, ma con l’anello al maso, no!
Intanto, nella polemica si sono inseriti a testa bassa l’onorevole Amoddio e l’onorevole Zappulla, ma anche Vinciullo e altri, mentre tutto il resto fa orecchio da mercante. Ma è inutile. Il dato è tratto. Un modo come un altro per colpirsi a vicenda. Contiamo davvero poco nel palazzo del potere. Anzi, forse proprio niente.
Crocetta fa il pesce in barile, anche lui ha la volpe sotto l’ascella, ed è in campagna elettorale così come tutti gli altri. Un presidente della Regione Sicilia che si lascia defraudare del porto di Messina che nel giro magico della politica è stato assegnato alla Calabria, con la scusa che Gioia Tauro è il porto Core. Regola che Delrio non ha applicato con Augusta. Orbene, si tratta di capire dove sta la verità. L’onorevole Amoddio cita i documenti, mentre Crocetta grida al vento la sua innocenza. Sta trattando, con le carte in mano dei commissari degli Enti regionali in suo favore, accordi per chiudere operazioni elettorali. Punto.
Intanto, l’onorevole Sofia Amoddio insiste nella vergognosa vicenda, e attacca, giustamente e a ragion veduta, Rosario Crocetta. “Nel lavoro – scrive Sofia Amoddio – nella vita e nella attività parlamentare scelgo la schiettezza e la verità anche se qualcuno pensa che non paghi”. “Per questo motivo, in merito allo spostamento dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Mediterraneo orientale da Augusta – porto Core che soddisfa i parametri ministeriali e il dettato europeo – a Catania, confermo quanto dichiarato in precedenza”. Così Sofia Amoddio, Deputato nazionale PD. “La responsabilità di questo spostamento è da attribuire al Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che già nel settembre 2016, in un documento ufficiale protocollato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e facilmente rintracciabile sul sito del Ministero, richiamava il dettato normativo di cui al comma 3 dell’art. 7 del D.lgs 4 agosto 2016 che consente, su richiesta motivata del presidente della regione, di individuare, quale sede della istituenda AdSP in alternativa del porto Core, quella già sede di una AP soppressa e aderente alla medesima autorità di sistema”. “Più semplicemente, Crocetta chiedeva espressamente e con richiesta motivata, che l’autorità di Sistema Portuale venisse affidata a Catania a discapito di Augusta”. “Nel documento – Protocollo N. 15404 del 16 settembre 2016 – Crocetta afferma che il vero Porto Core, per caratteristiche e storia, sarebbe quello etneo, rivendicando la centralità di Catania nei confronti di Augusta e su queste basi richiedendo formalmente che il Ministero individuasse quale sede dell’Autorità di Sistema Portuale del mare di Sicilia orientale, l’autorità portuale di Catania”. “Non entro nelle polemiche di questi giorni fomentate in maniera puerile e populista da tanti politici, ex politici o ex assessori nostrani e culminate con il goffo tentativo del Presidente Crocetta di dimostrarsi estraneo alle sue stesse responsabilità”. “Credo fermamente che i cittadini – conclude la parlamentare del Pd – abbiano il diritto di conoscere la verità che in questa vicenda sono abbastanza chiare”. “La delusione per l’esclusione di Augusta per i primi due anni è cocente, ma non può essere attribuita esclusivamente ai deputati del PD oppure al Ministro che si è mosso sempre in termini di legge”.
Marco Giusti