Spettacolo

Noto, “La Scugnizza” canta, balla e diverte il “Tina Di Lorenzo”

La napoletanità, egregiamente interpretata nella produzione della Compagnia di Operetta del Teatro Massimo di Palermo e portata in scena sabato scorso al “Tina Di Lorenzo” di Noto, ha riscosso applausi e consensi. La stagione classica ha vissuto un nuovo appuntamento proponendo anche quest’anno l’operetta con uno degli interpreti principali e che il pubblico netino ha imparato a conoscere ed apprezzare, Umberto Scida. Sebbene, a dire il vero, in quest’opera ne abbiamo più apprezzato la vena interpretativa comica e la regia, che l’ugola; d’altronde la protagonista è una scugnizza, una giovane ragazza degli anni venti. L’operetta, in tre atti, è firmata da Mario Pasquale Costa, su libretto di Carlo Lombardo, e fu rappresentata per la prima volta al Teatro Vittorio Alfieri di Torino il 16 dicembre del 1922.
Quasi cento anni e “non sentirli”, grazie  alla capacità del regista, lo stesso Scida, di adottare una narrazione fluida, mai scontata e con un vero colpo di scena finale. La protagonista Maria Francesca Mazzara, nel ruolo di Salomè “la scugnizza” riesce a districarsi tra ballo e canto, interpretando mirabilmente le paure e le ansie di una giovane chiesta in sposa da un ricco, ma maturo, americano ed anche la grande passione per la propria terra ed i propri amici, tra cui lo “scugnizzo” Totò, Spero Bongiolatti. Comicità allo stato puro quella portata sul palco da Cesare Biondolillo nel ruolo di Mr. Toby Gutter, il pretendente di Salomè, e incantevole voce quella di Isadora Agrifoglio, che ne interpreta la figlia, Miss Gaby Gutter, di cui Chic, alias Umberto Scida, è innamorato. Intreccio di cuori ma non solo, dove le sonorità e le ambientazioni della Napoli dei primi del novecento, sono le caratteristiche in cui le storie dei personaggi si incontrano e si scontrano, ricordiamo Laura Geraci, mamma Grazia zia di Salomè, Ivano Falco, don Pasquale amico di mamma Grazia, Giorgia Migliore, Carmelina, Cocò Gullotta, Paluzzo portiere dell’Hotel del Golfo che ospita gli americani in vacanza, Vincenzo Favet e Roberto Fabra, gli scugnizzi Ciro e Ciccio. Subito proiettati nell’atmosfera all’ombra del Vesuvio, dalle prime note dell’orchestra diretta dal maestro Diego Cristofaro, dai costumi firmati dalle sartorie teatrale Arrigo Milano, dalla scenografia di Marco Giacomazzi e dalle coreografie di Stefania Cotroneo, sul palco insieme ad un corpo di ballo entusiasta e coinvolgente.
Singolare un cambio d’abito dei ballerini fatto direttamente in scena  che ha subito “buttato” giù quella naturale distanza tra palco e platea, creando un rapporto diretto con il pubblico in sala, deliziato, oltre che dalle belle voci, dalle più note canzoni napoletane. Prossimo appuntamento è martedì 28 febbraio con un altro colosso del teatro siciliano, Enrico Guarneri ed “I Malavoglia” di Giovanni Verga.
 
Emanuela Volcan

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