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Simona Princiotta: “Addio al Pd, seguo il movimento bersaniano”

La consigliera comunale Simona Princiotta lascia il Pd per aderire al movimento politico Bersani, “Democrazia e Progresso”.  “Lascio il Pd – dice Princiotta – non lascio il partito che conoscevo o credevo di conoscere, lascio un PD distrutto dal Renzismo e dalle sue ricadute provinciali. Siracusa non ha fatto eccezione con l’arroganza, la maleducazione, la strafottenza”.

Per la consigliera comunale ex Pd “Il tradimento del programma elettorale; due su tutti “l’acqua pubblica”,  e le “zero consulenze”, che ad oggi se non vado errata (visto che non si riesce mai a sapere cosa succede nelle segrete stanze), hanno raggiunto il numero di ben nove cosiddetti consulenti. Un’amministrazione che dire che naviga a vista è un eufemismo. Non esiste un progetto per la città, a quattro anni dal suo insediamento, sentiamo che la colpa di tutto è delle passate amministrazioni che sicuramente non hanno brillato per risultati”.

Poi l’affondo sull’amministrazione comunale, rea a suo dire di avere “cercato di legalizzare il marcio che la fa da padrone a Palazzo Vermexio, con finti bandi diretti ai precedenti approfittatori della cosa pubblica. Questa è la Renziana amministrazione siracusana”.

“Garozzo & Italia – continua Princiotta – si dicono candidati a Sindaco per le future amministrative, ma quali sono i progetti per il futuro di Siracusa? Mi ricordo che appena insediati hanno copiato il piano di sviluppo triennale dal comune Mantova. Questo è stato il biglietto da visita dell’appena insediata giunta Garozzo, che tuonò “qualcuno la pagherà!” Avete visto qualcuno pagare per la figuraccia che abbiamo fatto? No nessuno è stato, nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Che dire delle mirabolanti inaugurazioni del Porto e del Teatro Comunale. Prese per i fondelli che gridano vendetta. Dell’abbandono in cui versa Ortigia, lasciata in balia del “tavolino selvaggio” tanto caro al vice Sindaco che evidentemente pensa che scorrazzare in bicicletta in giacca e cravatta fa la differenza. Abbandonando a se stessi gli altri quartieri della città. Qual è stato il progetto culturale di questa città? Non si sa”.

Sotto l’aspetto giudiziario, Princiotta incalza il sindaco: “Invece di attaccare magistrati che non hanno mai lavorato sulle mie denunce – dice – perché non parla di qualche magistrato amico suo, perché non ci spiega come mai tutte le denunce contro di me finivano sempre nelle stesse mani, e come mai venivo puntualmente rinviata a giudizio. Voi avete mai visto un magistrato che chiede rinvio giudizio di un’indagata, rifiutandogli per ben due volte l’interrogatorio (spettante per diritto) per poi chiedere il non luogo a procedere dinnanzi al Gip in udienza preliminare? Per poi scoprire essere amico dei querelanti e dei rispettivi avvocati al punto di considerarsi incompatibile con la sottoscritta?”.

Poi una precisazione: “La politica non si fa in tribunale, ma gli illeciti oggi si chiamano “atti politici”. A chi pubblicamente ha inteso difendere l’attacco del Sindaco alla magistratura vorrei chiedergli se sa che un Dirigente e due funzionarie, dell’assessorato politiche sociali, sono state rinviate a giudizio per aver utilizzato illegittimamente i fondi destinati ai minori”.

Per tornare al Pd, Princiotta dice: “Lascio un partito gestito da personaggi che più volte hanno chiesto la mia espulsione, ma solo chiesto. Perché ogni volta che si è arrivati al dunque, o se la davano a gambe o fischiavano guardando il soffitto, senza avere mai il coraggio di dare seguito ad un ricorso tanto infondato quanto ridicolo.

Voglio ricordare che la richiesta di espellermi dal partito è partita dal fatto; che io denunciavo quello che a mio parere sembrava una gestione da malaffare, e che la mia opinione era, ed è quella, che i dubbi e le ombre vanno diradate proprio per rispetto dei cittadini, e che l’unico organo preposto a fare luce, qualora ci fosse veramente quel buio che sospettavo, e sospetto, fosse la Magistratura”.

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