Caso Drago, lo strano ritardo della Procura di Roma a concludere le indagini
“Nonostante sia trascorso quasi un mese dall’udienza celebrata in seguito alla richiesta di incidente probatorio nel corso della quale, i periti nominati dal Gip del tribunale di Roma, hanno concluso ritenendo che l’unica ricostruzione compatibile con le lesioni riportate da Tony Drago e l’analisi della scena è quella che vede il militare siracusano vittima di omicidio, la Procura di Roma non si è ancora determinata a concludere le indagini”. Così scrive l’avv. Dario Riccioli, che difende la famiglia Drago in questa intricata vicenda giudiziaria.
Nonostante sia scaduto il termine massimo per la chiusura delle indagini preliminari senza che il Pm abbia avanzato eventuale richiesta di proroga del termine, seppure e conclusioni a cui sono giunti i periti nominati dal Gip, ad oggi, inspiegabilmente, l’ufficio del Procuratore non han notificato né l’avviso di conclusione indagini né l’eventuale richiesta di archiviazione. Tale inerzia è ancora più inspiegabile anche in considerazione del fatto che eventuali ulteriori indagini, compiute oltre il termine della chiusura, sarebbero inutilizzabili.
Nessuna iscrizione successiva è stata fatta dalla Procura nel registro notizie di reato a carico di ignoti per il delitto di omicidio volontario. Per tali ragioni, la prossima settimana il difensore della famiglia Drago presenterà al Pm formale denunzia per omicidio volontario a carico di ignoti e istanza di chiusura delle indagini a carico dei militari denunziati. Eventuale inerzia da parte dell’organo inquirente, costringerà la difesa ad avanzare istanza al Procuratore generale di avocazione delle indagini per mancato esercizio dell’azione penale.