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Siracusa. Il sindaco di Ferla nominato Capo di Gabinetto tra utilità, polemiche, funzione istituzionale e spesa inutile

Michelangelo Giansiracusa.

Il nuovo capo di Gabinetto del Sindaco di Siracusa Francesco Italia è Michelangelo Giansiracusa, 41 anni, avvocato, attuale sindaco del comune di Ferla al suo secondo mandato. La decisione è controversa. E per qualcuno insiste il sospetto che si tratterebbe di una forzatura. Ma al di là della questione giuridica che sicuramente il comune di Siracusa avrà scrutato la giurisprudenza corrente del caso, rimane la questione pratica: il sindaco di un comune che si deve dedicare ai problemi di un altro comune. S’insinua la vecchia regola che due cose bene non si posso fare: entrambi saranno fatti male.

Ciò premesso, e considerando che la città ha la necessità urgente di una valida cabina di regia per il disastro lasciato dalle passate amministrazioni comunali degli ultimi quindici anni, al Vermexio occorre un team capace di risollevare la città dalle macerie in cui è ridotta. Ci vuole una compagine amministrativa di livello superiore. Dobbiamo ammettere che quando sono state poste questioni d’interesse pubblico, abbiamo sempre riscontrato poca attenzione e registrato la poca efficienza, anche alla presenza di buoni capi di Gabinetto. Manca ancora il tono istituzionale. Si cela invece perfettamente l’umore e la delusione per la nomina di un Capo di Gabinetto più che valido, ma che è impegnato ad amministrare la sua città, mentre Siracusa non è il suo comune; rischia così di diventare un caso deformante con tutta l’inadeguatezza del caso di un’amministrazione che sopravvivrà, forse, a spese dei consiglieri di minoranza se non vuole produrre altri disastri e impiastri, con il rischio di un delirio assordante di comunicati stampa, cerimonie, protocolli e amenità strumentali e demagogiche.

I toni bizzarri in politica hanno ormai da qualche tempo smesso di far sorridere i cittadini vessati da mille balzelli, diventando un sintomo drammatico in una situazione ad alto rischio, per le ragioni sottese, e il possibile danno per la città ridotta come un vecchio rudere abbandonato per colpe diffuse. Con questa possibile défaillance, si rischia di comprimere ancor di più lo steccato di una condizione politica per una maggioranza di governo della città che è stata eletta dalla minoranza degli elettori, senza la necessaria maggioranza in Consiglio comunale che continua a tirar dritto in una politica di rottura sia con la città, sia con pezzi della stessa maggioranza, vedi, una per tutte, il caso della Piazza D’Armi del Castello Maniace, finita in una doppia inchiesta della magistratura. Diventa oggi inutile inoltrarsi in giudizi di merito di questo tipo. La realtà concreta è del tutto diversa e rivela nel dibattito generale l’inutilità della figura del “Capo di Gabinetto” negli enti locali, a prescindere di chi sia il sindaco sia l’incaricato: una spesa alla fine inutile.

Concetto Alota

 

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