Viadotto di Targia: pronti 6 milioni ma nessuno li prende
Nel 2013, il Comune di Siracusa, di concerto con la Prefettura e la Protezione Civile regionale, visto che le condizioni del viadotto erano peggiorate, aveva deciso di chiudere al transito una parte del viadotto di Targia.Per questo motivo, l’8 gennaio 2014 era stato approvato un Ordine del Giorno a firma dell’allora deputato Vinciullo con il quale il governo regionale era “impegnato” da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana a “finanziare i lavori per il consolidamento e la messa in sicurezza del viadotto di viale Scala Greca”.In quell’occasione, erano state fatto assicurazioni, mai mantenute, di un inserimento dell’opera nella rimodulazione di fondi che, nel frattempo, erano stati trovati per finanziare le vie di fuga.Fra scontri in Aula, errori del Comune nel presentare il progetto, in quanto era stato indicato come via di fuga dalla città e non, come doveva essere correttamente, come via di fuga dalla zona industriale e commerciale di contrada Spalla verso Siracusa, si giunse, anche in questo caso, a togliere la titolarità dell’opera al Comune che venne assegnata, al Dipartimento regionale della Protezione Civile, che ebbe a predisporre il progetto di abbattimento e ricostruzione del ponte.Vennero finanziate 2 vie di fuga: la cosiddetta “circonvallazione di Palazzolo” e la riqualificazione e il consolidamento strutturale del viadotto di del capoluogo per 5milioni 735mila euro. Mentre l’opera destinata a Palazzolo è stata già finanziata da tempo nulla è stato fatto per il viadotto di Targia.Di conseguenza, ha continuato Vinciullo, non avendo immaginato la realizzazione ex novo del viadotto e non avendo l’Amministrazione Comunale Aretusea coordinato il proprio progetto con quello, già esistente, della Protezione Civile regionale, oggi, per poter realizzare il nuovo progetto, bisognerebbe abbattere quello già realizzato dall’Amministrazione Comunale.