Manutenzione canale Galermi: qualcosa si muove
Questa mattina, ennesima manifestazione davanti al Genio Civile di Siracusa per chiedere chiarezza su quello che sarà il futuro del canale storico più importante al mondo, cioè il Galermi. Lo dichiarano Vincenzo Vinciullo e i Consiglieri Comunali Fabio Alota, Mauro Basile e Salvatore Castagnino.
Tra i quesiti posti: che fine hanno fatto i 520 mila euro stanziati per il 2017, che sono scomparsi e di cui l’Assessorato al Bilancio non vuole fornire alcuna giustificazione; se siano confermate, entro il mese, l’aggiudicazione delle due gare per quanto riguarda il ripristino delle vasche consortili Ortonuovo e Monteforte e per quanto riguarda la riparazione di perdite e la pulizia di tratti del Canale Galermi in varie località per 520 mila euro; appaltati i lavori, quando gli stessi inizieranno, per capire il periodo di siccità legato alla manutenzione al Canale, in modo tale che gli agricoltori possano predisporre i necessari interventi per evitare la morte di piante di alto fusto e la semina di ortaggi.
4) Infine, se si stanno già progettando interventi per la messa in sicurezza e la riparazione per l’anno 2019, cosa che è possibile già fare in considerazione di un emendamento alla Finanziaria 2017, predisposto dall’On. Vinciullo, che stanziava 520 mila euro anche per il 2019.
Con gli agricoltori e gli utenti del Canale Galermi, ci siamo dati appuntamento per un’ulteriore manifestazione per fine mese, in modo da verificare se quanto è stato concordato questa mattina sarà rispettato.
E’ chiaro che la vicenda del Galermi, su cui il Genio Civile non ha più responsabilità, dimostra come la mala burocrazia ormai sta condannando la Sicilia a essere sempre indietro rispetto alle altre Regioni, infatti, hanno concluso Vinciullo, Alota, Basile e Castagnino, anche di fronte a cospicue risorse finanziarie, non si riesce ad impegnarle e le stesse si preferisce farle scomparire nel calderone della Regione, in cui le Provincie più forti sono sempre pronte ad impadronirsi delle risorse delle Province più deboli.