Don Felice: “Franco, è solo un arrivederci in Paradiso”
“Immagino adesso che egli entri in chiesa con il suo camion e ci benedice, contento di ritrovarci tutti qui riuniti. Questo è Franco”. Ricorre a una metafora don Felice, il parroco che ieri pomeriggio ha officiato i funerali di Franco Greco, celebrati nella chiesa di santa Rita. Rompendo gli schemi, come sarebbe piaciuto al penalista ed ex senatore della Repubblica, il parroco è sceso giù dal pulpito e, complice un guasto all’impianto di amplificazione, ha tenuto l’omelia tra i banchi della chiesa, gremita di persone, venute per rendere l’estremo saluto a colui che è stato definito “l’avvocato dei poveri”.
In prima fila le due sorelle di Greco e i familiari. Dietro tanta gente semplice, la sua gente, quella che si prodigava a difendere, spesso senza chiedere nulla in cambio. Don Felice ha ricordato alcuni dialoghi avuti con Franco Greco: “Non so se il Signore avrà pietà di me, diceva Franco, ma io continuo a fare del bene”. Il parroco ha ricordato “quanti fratelli ha accolto e aiutato” e poi, leggendo una lunga lettera, scritta da alcuni amici del senatore, ha sottolineato come “un faro si è spento serenamente; un faro di legalità e di solidarietà sociale, un galantuomo del diritto”.
Al rito funebre, presente il gonfalone della città, ha partecipato il sindaco Francesco Italia e il vice, Giovanni Randazzo, che ha fatto testimonianza anche nella sua veste di avvocato. E il consiglio dell’ordine degli avvocati lo ha voluto ricordare con una testimonianza di Giorgio D’Angelo: “Greco era un uomo prodigo di consigli nei confronti di noi giovani avvocati. Quando c’incontrava per i corridoi e nelle aule giudiziarie, ci guardava fisso negli occhi e ci esortava a essere fieri della toga che indossiamo”.
Don Felice ha ricordato la devozione di Franco Greco per san Giuseppe Moscati, il medico santo, di cui apprezzava il rigore morale e la profonda umanità, “quelli che lui è riuscito a coniugare durante la sua vita terrena”. Durante l’omelia è stato rimarcato come egli rispettasse gli impegni politici ed era capace, allo stesso tempo, di tenere ben presente i versi del Vangelo, tanto più che in occasione di una delle sue candidature alle amministrative, insieme con i volantini di propaganda elettorale, distribuiva una copia del Vangelo.
Sulla bara, un cuscino di fiori e una foto a colori che lo ritrae sorridente, quella che egli maggiormente preferiva e che ha utilizzato in buona parte delle campagne elettorali e in altri momenti pubblici. Nel congedare l’assemblea, il parroco lo ha invocato: “Franco, ti vogliamo dire arrivederci in Paradiso e non addio”.