Sequestro impianti Esso e Isab: i consulenti della Procura entro 30 giorni eseguiranno i controlli sugli adempimenti
Sull’inchiesta che portò nel 2017 al sequestro preventivo degli impianti delle due raffinerie che insistono nel petrolchimico siracusano, come già pubblicato da queste colonne, i legali difensori di Esso Italia e Isab-Lukoil hanno depositato nel tempo utile stabilito per il 24 ottobre scorso le dichiarazioni di osservanza degli aggiornamenti degli impianti, così come prescritto dal Gip del tribunale di Siracusa Michele Consiglio a suo tempo, su richiesta della Procura aretusea.
Adesso i tre consulenti della Procura di Siracusa, Rino Felici, Arpa di Milano, Mauro Sanna, Arpa del Lazio, e Nazareno Santilli, dirigente del Ministero dell’Ambiente e dell’Ispra, avranno 30 giorni di tempo per eseguire i controlli sugli adempimenti o meno degli impianti delle due raffinerie Esso e Isab, che hanno anche versato un’ingente somma a titolo di cauzione e a garanzia dei lavori necessari all’adeguamento degli impianti. Risultati che sono subordinati al dissequestro o meno degli impianti nelle raffinerie incriminate. Se tutto sarà in ordine, gli impianti saranno dissequestrati, in caso contrario occorrerà la concessione di una proroga, o un nuovo sequestro con tutte le conseguenze del caso.
Nel contesto generale, c’è da registrare che mentre l’Isab ha ottemperato in pieno a tutti i lavori ordinati dal tribunale di Siracusa, la Esso, non avendo portato a termine tutti i lavori programmati, giustificando il ritardo a causa della cessione degli impianti alla Sonatrach, ha chiesto una proroga per lavori di poca entità; sarà quest’ultima a ottemperare a quanto disposto dall’autorità giudiziaria.
La Procura della Repubblica di Siracusa mette in campo nel 2015 un’inchiesta sull’inquinamento nel polo petrolchimico siracusano. Dopo avere ottenuto in data 27 giugno 2017 dal Gip presso il Tribunale di Siracusa, su conforme richiesta del pool di magistrati coordinati dal Procuratore Capo all’epoca dei fatti, Francesco Paolo Giordano, sostituti procuratori Brianese, Di Mauro e Lucignani, il sequestro preventivo degli stabilimenti Raffineria Esso di Augusta con tre indagati riferiti agli impianti all’Isab Nord e Isab Sud, e cinque indagati connessi alla Esso Italia, tutti accusati a vario titolo d’inquinamento ambientale colposo, con la contestuale autorizzazione alla restituzione degli impianti subordinatamente all’adempimento di una serie di prescrizioni contenute in un apposito provvedimento (che abbiamo pubblicato pochi giorni fa da queste colonne) per ciascuna delle aziende coinvolte. Il procedimento esecutivo del sequestro è pervenuto a un’altra tappa, con la fissazione dei termini per la presentazione del cronoprogramma e delle garanzie richieste. Infatti, entrambe le società coinvolte hanno depositato a suo tempo una nota di accettazione delle prescrizioni. Le società proprietarie degli stabilimenti in sequestro, infatti, avevano 90 giorni di tempo (scadenza il 24 ottobre) per la presentazione dei progetti e dodici mesi per la realizzazione delle opere richieste, lavori strutturali che dovranno portare ad una significativa riduzione delle emissioni odorigene, cosa che è stata fatta.
Alle raffinerie sino ad ora coinvolte, è stato prescritto, quale condizione per la prosecuzione dell’esercizio, di provvedere a una serie di lavori, tra cui, la copertura delle vasche di trattamento delle acque reflue industriali e a monitoraggio e miglioramento delle coperture dei serbatoi, nonché al completamento della realizzazione degli impianti di recupero vapori ai pontili di carico e scarico. Sono stati prescritti, altresì, ulteriori adempimenti relativi a torce, camini e monitoraggio delle emissioni in atmosfera.
Concetto Alota