Sindacalisti arrestati, domani l’interrogatorio di garanzia
E’ stata fissata per domattina l’udienza di convalida per i due sindacalisti, arrestati venerdì sera con l’accusa di estorsione ai danni dei titolari dell’impresa Synergo, appaltatrice dei servizi di manutenzione degli impianti di alcuni stabilimenti del polo petrolchimico siracusano. Roberto Getulio, segretario della Fim Cisl, e Marco Faranda, segretario della Uilm – entrambi sospesi dagli incarichi – compariranno davanti al gip del tribunale aretuseo, Andrea Migneco, per sottoporsi all’udienza di convalida e al successivo interrogatorio di garanzia. I due indagati, subito dopo il loro arresto, sono già comparsi davanti al pm Gaetano Bono, che ha coordinato le indagini, portate a termine dai poliziotti della squadra mobile. Assistiti dai rispettivi legali, entrambi si sono, però, avvalsi della facoltà di non rispondere.
Il modus operandi, il quantitativo di denaro richiesto (30mila euro) e, in parte, intascato (3mila euro) lasciano supporre agli inquirenti che non fosse la prima volta per i due sindacalisti avventurarsi in simili pretese per convincere le imprese metalmeccaniche dell’indotto del petrolchimico priolese a evitare qualsiasi tipo di problema. “Non abbiamo riscontrato alcun imbarazzo nei due indagati nel pretendere denaro. La sicurezza e la padronanza con cui si sono mossi in questa circostanza – spiega il procuratore Fabio Scavone – ci lasciano dubitare che possano avere agito in questi termini anche in altri simili vicende. Ma noi ci limitiamo a contestare quest’episodio, emerso grazie alla dettagliata denuncia sporta dal titolare dell’impresa dapprima a Gela e poi, vedendo che i due sindacalisti continuavano a non demordere, anche a Siracusa”. Ed è proprio facendo leva sulla denuncia della vittima, che gli investigatori della Mobile hanno potuto dapprima disporre le intercettazioni ambientali e telefoniche nei confronti di Getulio e Faranda per finire con l’arresto dei due, che sono caduti nella trappola. “Abbiamo riscontrato in loro una capacità operativa significativa”, spiega il procuratore Scavone che sottolinea come “non ci sia una dimensione più ampia del fenomeno che possa coinvolgere il sindacato in generale ma l’episodio è circoscritto all’iniziativa dei singoli”.
La denuncia, quindi, alla base dell’operazione portata a termine dai poliziotti, che venerdì hanno seguito tutti gli spostamenti dei sindacalisti che hanno cambiato più volte il luogo dell’appuntamento con l’imprenditore, forse per essere più certi di non incappare in spiacevoli incontri. “Gli abboccamenti avvenivano ormai da tempo – chiarisce il magistrato – e le richieste di denaro erano finalizzate a bloccare eventuali iniziative che potessero ledere l’impresa che è subentrata nell’appalto. Vista la consistenza del denaro sequestrato ai due sindacalisti, è assolutamente da escludere qualsiasi ipotesi legata alla richiesta di sostenere convegni o pubblicazioni sindacali”.