Augusta, arrestato dai carabinieri: costringeva la cugina convivente a prostituirsi
Nella mattina del 14 dicembre scorso i militari della Compagnia Carabinieri di Augusta, a conclusione di articolata attività info-investigativa, diretta dal Procuratore Fabio Scavone e coordinata dal P.M. dott. Davide Lucignani della Procura della Repubblica di Siracusa, traevano in arresto in esecuzione dell’Ordinanza di Applicazione di Misura Cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Siracusa, un augustano, 42enne, pregiudicato, poiché ritenuto responsabile di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nonché di maltrattamenti in famiglia, nei confronti della cugina convivente. Gli elementi di prova raccolti dai militari della Stazione Carabinieri di Augusta nel corso delle indagini, articolatisi nello svolgimento di complesse attività info-investigative, permettevano di evidenziare un ben definito quadro accusatorio idoneo a sostenere la colpevolezza dell’uomo che, nel periodo intercorrente tra gennaio 2015 e settembre 2018, in questo centro, si rendeva responsabile di avere favorito e sfruttato, all’interno della propria abitazione ed in plurime occasioni, nonostante la sua condizione di inferiorità psichica e di indigenza, la prostituzione della cugina convivente con soggetti terzi dietro il corrispettivo di denaro e qualche volta anche di sostanze stupefacenti, che in entrambi i casi venivano sempre percepiti direttamente dall’uomo. Nel corso delle attività d’indagine emergeva, inoltre, che gli atteggiamenti di costrizione da parte dell’uomo si estrinsecavano tramite ripetute percosse e minacce nei confronti della vittima, nonché costringendo il figlio minore della donna, durante le prestazioni sessuali, a rimanere isolato all’interno della propria stanza. La complessa ed articolata attività svolta dai Carabinieri della Stazione di Augusta, ha consentito di ricostruire in modo dettagliato i fatti accaduti dimostrando la colpevolezza dell’uomo e consentendo al Gip del Tribunale di Siracusa, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, di emettere una misura di ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo responsabile dei fatti sopra citati.