Politica. La strategia del sindaco di Avola e la rivoluzione che aggrega
D’attualità: nessun si salva da solo in mare. E se la politica è la forza dell’unione che vince, sia dal punto di vista mediatico, che tenendo conto dell’impossibilità del ricorso nella sola speranza, anche quando non è compresa che per una qualche efficacia persuasiva e con ogni probabilità o con gli effetti del sarcasmo si evita di evocarla per trovare in una sola formula la tagliente sostanza, insieme ai risultati.
Il caso politico di Avola, dove il sindaco Luca Cannata è riuscito a rivoluzionare il municipio, rivoltandolo come un calzino, la vecchia maniera di fare politica, in uno alla forza messa in campo dalla sorella deputata all’Ars Rossana Cannata (nella foto), che germoglia l’Inter-gruppo “Identità Siciliana” secondo la regola che l’unione fa la forza. Una mossa vincente in momento in cui si tenta di dividere per imperare.
Uno schema quello messo in campo da Luca Cannata che galvanizzato dirigenti, funzionari e impiegati in un lavoro di gruppo, in cui ognuno ha un compito assegnato, con l’obiettivo di catturare più contributi messi in campo dall’Unione europea, possibili e finalizzati all’impegno in opere pubbliche, come progetti di ristrutturazioni, innovazione tecnologica e tutto quello che è stato messo a disposizione dall’Europea. È considerato, nell’immaginario collettivo, piaccia oppure no, il sindaco che ogni cittadino vorrebbe a capo dell’amministrazione della città, dove vive e lavora.
Ogni competizione elettorale diventa importante. E non importa se si tratta delle amministrative o delle europee, è sempre un momento importantissimo per la vita e per il futuro di una comunità, anche perché oggi il rapporto in politica è un’enorme progressione. Una sorta di concentrazione di potere che ha finito per cambiare la sostanza nei rapporti tra i politici e il popolo che, oltre a monopolizzare legalmente il potere d’indirizzo politico, hanno finito per diventare anche i vertici di fatto del sistema politico dei partiti e movimenti nel territorio amministrato.
Tra le tante caratteristiche che dovrebbe avere un buon politico, sicuramente la principale è di sapere ascoltare la voce del popolo e di migliorarne i subordini per una vita dignitosa, nel senso economico, sociale e politico. È un buon rappresentante dei cittadini, chi riesce a far crescere il territorio pensando sempre di salvaguardare il bene comune e non gli “equilibri politici” della sua o altrui maggioranza e gli interessi delle lobby organizzate al fine di rubare i soldi pubblici; avere il coraggio e l’onestà intellettuale di prendere decisioni impopolari per il bene della sua gente. Nella buona sostanza: risolutezza, comando, trasparenza, onestà, capacità di ascoltare e di coinvolgere la società civile nel suo insieme, al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato.
Orbene, detto ciò, ciascun cittadino-elettore deve scegliere nella logica di un interesse collettivo, e non, invece, in base alle promesse elettorali impossibili. Il fallimento o la riuscita di un progetto politico per la comunità in cui si vive, passa attraverso la scelta oculata di chi ha le capacità necessarie, un manager politico.
Concetto Alota