Pachino, Araba Fenice: si riuniscono le posizioni degli imputati
Sarà riunita la posizione giudiziaria degli imputati coinvolti a vario titolo dell’operazione antimafia “Araba fenice”, a cui è stata rigettata la richiesta di accedere al rito abbreviato, al processo principale che si sta celebrando con il rito ordinario. Lo ha deciso il tribunale penale di Siracusa, (presidente Antonela Coniglio, a latere Giuliana Catalano e Salvatore Palmeri) che eseguirà la riunione dei due tronconi il 27 maggio. Alla prima udienza di ieri, invece, sono comparsi il boss di Pachino Salvatore Giuliano (collegato in videoconferenza dal carcere di Sassari), il figlio Gabriele, i fratelli Claudio, Giovanni e Giuseppe Aprile, Maria Sanguedolce, Antonino Cavarra, Salvatore Spataro, Alex Greco. In apertura d’udienza, il tribunale, accogliendo una specifica richiesta avanzata dal legale difensore Giuseppe Gurrieri, ha disposto la revoca della misura personale dell’obbligo di dimora nei confronti di Gabriele Giuliano, a cui rimane solo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nessuna delle parti offese, inserite in un lungo elenco, si è presentata in aula per la prima udienza ma saranno citati nel corso dell’istruttoria dibattimentale come ha annunciato il pm della direzione distrettuale antimafia, Alessandro Sorrentino. All’attenzione del tribunale c’è l’indagine portata a termine dai poliziotti della squadra mobile che hanno documentato dal maggio 2015 sino al maggio 2017, l’esistenza e l’operatività nei territori della zona sud del clan “Giuliano”, che per mezzo della forza di intimidazione esercitata dai suoi appartenenti, sarebbe stata in grado di condizionare le attività economiche della zona, traendone indebiti vantaggi, nonché di perpetrare una serie di attività illecite che spaziavano dalle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti, alla commissione di furti ad abitazioni ed aziende agricole.