Augusta, scatta la vertenza nel comparto Difesa
Stato di agitazione dei lavoratori del settore Difesa della Base di Augusta. Lo hanno proclamato in data odierna le segreterie provinciali della Fp Cgil, della Cisl Fp di Siracusa e Ragusa e della Uil Pa, spiegando le motivazioni in un documento inviato alla Prefettura.
La protesta viene incardinata all’interno di una mobilitazione nazionale e riguarda il superamento dei vincoli imposti dalla legge 244/2012 che impone drastiche riduzioni delle dotazioni organiche, la predisposizione di un urgente piano straordinario di assunzioni e conseguente sblocco del turn-over, al fine di scongiurare il progressivo svuotamento della forza organica degli Enti della Base Militare di Augusta, il recupero del divario economico esistente tra la retribuzione accessoria attribuita ai lavoratori civili della Difesa e quella percepita dai colleghi di altri Ministeri, lo sbocco delle progressioni tra le aree funzionali del personale civile, a partire dal personale della prima area, sul quale esiste già una bozza di norma concordata, la ricollocazione su base volontaria in altri Ministeri o Pubbliche Amministrazioni del personale ex militare transitato nei ruoli civili ed una concreta risoluzione delle problematiche legate alla gestione delle buste paga.
Le stesse organizzazioni sindacali, altresì, nel documento pongono l’accento sull’assenza di un piano di investimenti previsti dal Governo nazionale che guardi al rilancio dell’Arsenale della Marina Militare di Augusta. “Un settore che rappresenta il tessuto socio-economico importante di Augusta – hanno detto i segretari della Fp Cgil, della Cisl Fp e della Uil Pa, Francesco Nardi, Daniele Passanisi e Paolo Scimitto – tra qualche anno il comparto rischia di chiudere con il pensionamento delle maestranze storiche senza alcun turn-over, provocando la dismissione. La specificità delle loro capacità rappresenta un patrimonio da preservare e difendere in ogni sede. Patrimonio ancor più prezioso se lo si inquadra nell’attuale stretta economica con il cronico sotto-finanziamento che ha penalizzato la Marina negli ultimi anni e si è ripercosso, oltre che sull’intero Dicastero, proprio sull’Arsenale di Augusta che ha progressivamente perso le originali capacità produttive e di supporto tecnico/logistico alla flotta e alla cantieristica militare e civile”.
“Siamo pronti ad una serie di iniziative sul territorio – concludono i sindacalisti – che potrebbero sfociare in uno sciopero generale se la Ministra Trenta non darà risposte certe e pragmatiche”.