Siracusa, lavoro, sistema appalti e ordinanza prefettizia al centro del direttivo provinciale Fillea-CGIL
Si è svolto stamani il direttivo provinciale della Fillea-CGIL di Siracusa, con l’approvazione del bilancio consuntivo 2018 e l’analisi della situazione lavorativa del settore a Siracusa ed in Sicilia, alla presenza di Mario Ridulfo (Segretario Generale della Fillea-CGIL SICILIA) e Roberto Alosi (Segretario Generale della CGIL di Siracusa). La Fillea-CGIL di Siracusa si conferma ampiamente il primo sindacato delle costruzioni anche nel 2018.
Per Salvo Carnevale, Segretario Generale della Fillea-CGIL di Siracusa, la provincia è una pentola a pressione pronta a esplodere tra contraddizioni economiche e sociali irrisolte, crisi apparentemente irrisolvibile del settore delle costruzioni, tensioni innescate dal non più rinviabile nodo degli appalti nella zona industriale e ordinanze limitanti che puzzano di ventennio.
Non c’è una ricetta unica in grado di risolvere le intricate questioni, frutto di SCELTE NON COMPIUTE da tutti quelli che hanno governato il territorio in 25 anni di dissennata mala gestione.
La crisi è il frutto della sommatoria di molti errori. Noi diffidiamo da tutti i pifferai magici che pensano di avere soluzioni facili. Conosciamo solo la ricetta del dialogo e della lotta per la dignità. In questo siamo impegnati e di questo sindacato oggi c’è più che mai bisogno. La lista dei tentativi (talvolta riusciti) di massacrare la dignità del lavoro, in particolare in edilizia, è in continuo aggiornamento. Combattiamo, cantiere per cantiere, il tentativo diffuso di eludere il contratto edile. Con il nostro determinante contributo, Il sistema bilaterale edile ha fatto emergere oltre 200 Mila ore lavorative sommerse tra le macerie prodotte dai furbetti del quartierino. In attesa che finiscano gli annunci, i veti, le valutazioni costi-benefici e le dichiarazioni di segno opposto di questa mortificante politica e che finalmente arrivino anche in Sicilia e a Siracusa i grandi cantieri pubblici, noi ci occupiamo principalmente di difendere il lavoro regolare, seppur in un contesto di grande difficoltà e diffidenza.
In tutto questo si inserisce la spinosa vicenda della ordinanza prefettizia che rigettiamo in maniera categorica e totale. Serve una risposta di dignità e lotta democratica per contrastare una minaccia che incombe oggi sui lavoratori della zona industriale e domani chissà su chi altri.
Non sfidiamo nessuno. Difendiamo la Costituzione. La CGIL si sta opponendo in tutte le sedi per il ritiro di quella insopportabile ordinanza che si incastra nel cupo scenario degli appalti al massimo ribasso nella zona industriale.
Forse è il momento, anche per gli edili, di varcare le porte della procura se dovessimo continuare ad assistere a questo tipo di condotta che sta portando, inesorabilmente, le piccole imprese edili(spesso complici succubi del sistema) dell’indotto a morte scontata.
Non ci convince a tal proposito il tavolo provinciale sugli appalti che si riunirà per l’ennesima volta da qui a breve. Riteniamo giusto il tentativo della CGIL di provarci ma Servono radicali modifiche a cominciare da un accordo quadro che blocchi per 5 anni i prezzi orientati al ribasso; introduca il patentino delle imprese osservando la condotta, in termini di rispetto contrattuale, dei loro ultimi 10 anni; la creazione di un bacino occupazionale che affidi al sistema bilaterale in edilizia il continuo aggiornamento delle maestranze su formazione e sicurezza; la creazione di indici di merito/demerito per le imprese con conseguente individuazione di criteri di whitelist e blacklist che generino una concorrenza che tiri su la qualità delle imprese e del lavoro.
Se ripartissimo da qui forse si potrebbe iniziare a parlare di spiragli, ma nel frattempo continuiamo a proporre uno sciopero generale tutti uniti e sicuramente più forti.