Parco nazionale iblei: i sindaci a confronto
I sindaci a lezione di parco nazionale degli iblei. A Palazzolo si è tenuto un convegno per illustrare le direttive del ministero dell’Ambiente per l’istituzione dell’ente parco. Un’istituto che fa storcere il naso a molti degli amministratori pubblici: “Il 90% del territorio è oggi vincolato – dice il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato – chi deve progettare lo sviluppo del territorio deve conoscere il territorio per cui non possono essere esclusi le amministrazioni comunali. Invece, chi è deputato a fare le scelte non conosce nemmeno gli argomenti e noi sindaci siamo poi costretti a fare le barricate. Siamo per lo sviluppo concertato e non per i carrozzoni come l’ente parco”. Il sindaco di Palazzolo, Salvatore Gallo è convinto che “il parco bisogna studiarlo. Occorre l’approfondimento su una legge che è stata fatta molti anni fa e che è stata in proroga per troppo tempo. Nel frattempo ci sono troppi amministratori nuovi che si trovano Ad affrontare un ragionamento calato dall’alto. Vogliamo qui il legislatore per capire cosa accadrà nel territorio con l’attivazione del parco nazionale degli iblei”.
Anche il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio sostiene che “noi sindaci vogliamo essere protagonisti dell’amministrazione dei nostri territori ed partecipi delle scelte strategiche e della programmazione futura”. Chi rilancia l’unione dei comuni degli iblei è il sindaco di Floridia, Giovanni Limoli: “Il parco potrebbe essere un’opportunità ma manca il coordinamento dei comuni; solo così possiamo affrontare e risolvere le problematiche”. Gran parte dei presenti era costituita da appartenenti al comitato del No al parco naturale degli Iblei: “Le relazioni dei commissari provinciali – dice Giuseppe Impallomeni – all’assessorato regionale e al Ministero dell’Ambiente ricalcano una situazione non veritiera perché soltanto un comune siciliano ha espresso il proprio parere, per cui è una legge che ha l’illegalità alla base. Il parco non ha motivo di esistere di fronte a 27 siti e una valanga di protezioni, tranne che per qualcuno che debba sedersi nel comitato del parco”.
“Non bisogna avere timore della perimetrazione del parco – dice Marco Mastriani di Ente Fauna Siciliana – non è vero che non si possano praticare attività di zootecnia e agricole. Adesso bisogna lavorare per redigere il regolamento e il piano del parco, una decisione che spetta alla comunità parco, costituita dai sindaci, per cui il territorio avrà una parte importante nell’ente parco”.