Augusta, Melilli, Priolo e la Valle delle discariche: nuova Terra dei fuochi con le case dei residenti in pericolo d’incendio
Sabato 6 luglio è stata una giornata infernale, da dimenticare. L’aria a tratti era irrespirabile. Le fiamme hanno bruciato ogni cosa. Le case dei residenti in forte pericolo hanno rischiato di essere distrutte. I cittadini che abitano nella contrada Santa Catrina e dintorni disperati si sono sbracciati ed hanno partecipato a spegnere le fiamme; ogni cosa è stata distrutta, tutto è diventato cenere. Difficile fare un bilancio. Le discariche di rifiuti insistenti nella zona rappresentano un doppio pericolo: da un lato sono volutamente abbandonate per risparmiare, dall’altro bruciano prodotti giacenti velenosi, come la guaina di gomma che dovrebbe servire per non inquinare il sottosuolo invece ha preso fuoco, distrutta insieme ai rifiuti tossici; bidoni che scoppiavano e un fumo denso e fiamme che non lasciavano scampo a chicchessia. I terreni in quelle contrade non hanno alcun valore; il prezzo di vendita vicino le discariche si aggira dai 50 agli 80 centesimo di euro al metro quadrato. Gli speculatori approfittano per realizzare nuove discariche e impianti puzzolenti di compostaggio. Uliveti e agrumeti non hanno alcun valore. Una vera rovina per i tanti residenti della vasta zona costretti a convivere con puzza, miasmi, gas, fumi e accanto alle discariche puzzolenti.
“Un grave fenomeno che si ripete ogni anno, si tenta di farlo passare inosservato, l’inquinamento ambientale tocca livelli altissimi, e provoca numerose vittime”, dicono gli abitanti della zona. In quello spicchio di terra avvelenato, non manca niente; la situazione è grave, specie da punto di vista ambientale che ogni giorno di più diventa insopportabile, critica.
Una nuova Terra dei fuochi, oltre alla contaminazione dell’acqua e dell’aria dovuta agli scarichi nell’atmosfera di scarti industriali attraverso le torce che vomitano fumo, fuoco e puzza ogni santa sera per aumentare la notte oltre ogni misura. Le discariche prendono fuoco, perché abbandonate e una gran quantità di rifiuti tossici emana esalazioni chimiche pericolose dovute alla loro combustione libera e per giunta abusiva; un fenomeno che ha provocato l’insorgere di decine di malattie dovute al contatto diretto con gli agenti inquinanti, alle radiazioni ultraviolette per il contatto e cambiamenti climatici. Le sostanze diffuse nell’atmosfera nel territorio industriale siracusano, sono infinite. E mentre le industrie inquinano, la politica rimane inerme a guardare lo sfacelo dello stravolgimento del territorio siracusano, che, ironia della sorte, ormai volge verso il declino industriale. Il vuoto della politica dominato da personaggi che hanno creato un pericoloso precipizio verticale dell’economia reale; la cura, arrivati a questo punto, appare peggiore del male. In particolare, oggi è l’industria petrolifera che s’interroga sul suo futuro in un momento di profonda trasformazione dove, in ogni caso, il petrolio rappresenterà ancora per diversi decenni la fonte di energia principale, soprattutto nel settore dei trasporti. Oltre al danno, la beffa: avvelenati, massacrati, oltraggiati, malati di cancro, tumore e da un ventaglio di malattie gravi e senza il lavoro. Un pane amaro, avvelenato, guadagnato con sacrifici.
Concetto Alota