Il vecchio conflitto d’interessi e la nuova frontiera dell’informazione
Ho incontrato casualmente un mio vecchio amico, uomo politico molto conosciuto eletto più volte al parlamento ancora in carica. Il suo lamento era diretto, senza preamboli, al fatto che gran parte delle testate giornalistiche, o agenzia stampa, non pubblicano i suoi comunicati, notizie istituzionali o semplici interventi. Invece, a suo dire, quando paghi, il tutto diventa veloce e puntuale.
Siamo nell’ombra dell’informazione, i media e il conflitto d’interessi degli editori, che a sua volta non garantiscono il dovuto equo compenso a tutti i giornalisti. La libertà di stampa e nel diritto dei cittadini di essere informati, fondamento di ogni democrazia che si rispetti. Piaccia oppure no, il settore è ormai, sfortunatamente, diventato una giungla. Insiste così la corsa di cronisti e giornalisti a trasformarsi in editori, e non importa se l’etica è insultata da un comportamento che si è diffuso a macchia d’olio. Il conflitto si rende concreto quando si coinvolgono, in maniera diretta o indiretta, gli uffici stampa, con i suoi addetti.
Infatti, non si possono servire due padroni. L’amministratore, sindaco, presidente o altro che sia, che per un motivo o per altro si rende responsabile di una mancanza, di un reato di qualsiasi genere e natura, così da diventare difficile dissipare l’effetto mediatico per chi riceve un compenso nel riportare le notizie dell’Ente, o dell’agenzia di stampa interessata, in maniera dolce o amara che sia.
Diventa ancor peggiore e incomprensibile quando si oscura, di fatto, il comunicato stampa o la velina della notizia in danno di chi non è “garantito” dal supporto logistico del pagamento di un compenso a qualsiasi titolo, come racconta il mio vecchio amico deputato. E non è per nulla una questione politica di destra o sinistra, ma un problema di diritti fondamentali, dell’esercizio della professione in maniera corretta, del dovere di informare e del diritto di conoscere e sapere dei cittadini, della pubblica opinione, con il libero mercato nella concordia, basato sulla trasparenza e sull’accesso alla conoscenza e all’informazione per tutti, evitando abusi ed eccessi. Gli attacchi alla libertà di stampa e di espressione sono all’ordine del giorno tanto da sembrare una guerra. E come scrive George Orwell: “La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”.
Concetto Alota