Nuova caserma dei carabinieri di Siracusa: il possibile danno erariale, il fallimento della politica, i silenzi e i sospetti
Una storia sfortunata, quella della realizzazione della nuova caserma dei carabinieri di Siracusa. Fu il Movimento 5Stelle a rimettere il dito sulla piaga nel denunciare il silenzio dell’amministrazione comunale siracusana sulla costruzione del nuovo comando provinciale dei carabinieri di Siracusa; progetto fatto fallire in maniera chiara e netta, dopo anni di speranze e di lavoro senza sapere ancora il perché. Negli ambienti politici romani in merito si parla di una possibile macchinazione e di un fronte caldo d’interessi paralleli con gli avvenimenti che si sono succeduti nel territorio siracusano negli ultimi anni, così come di ripicche e vendette in uno stile della politica tutto siracusano.
Nella foto l’area destinata alla nuova caserma dei carabinieri tra viale Santa Panagia e via Mazzanti
Nel mese di luglio del 2017, il MeetUp Siracusa del Movimento 5Stelle si dice contrario alla decisione di trasferire la caserma dei Carabinieri in via Elorina, “convinto che quell’area inserita in un contesto progettuale di più ampio respiro, debba essere finalmente destinata alla fruizione pubblica così da poter riconsegnare alla città e ai Siracusani un pezzo di territorio da troppo tempo negato”.
La denuncia aveva, ed ha ancora oggi una valenza di logica deduzione. Infatti, alcuni anni fa il Consiglio comunale approvò una variante urbanistica per costruire la caserma nella vecchia sede operativa dell’Aviazione militare tra il viale Santa Panagia e la via Mazzanti, nella zona denominata, “ex vasche”.
“Fa certamente rumore il silenzio dell’attuale amministrazione – scrivevano nella nota i M5S – come se questa decisione fosse stata calata dall’alto e non dipendesse minimamente dall’attuale Giunta o dal Consiglio comunale. Se da un lato è vero che la decisione è stata presa da Ministero della Difesa, Regione Siciliana e Carabinieri, è altrettanto vero che tutto ciò è avvenuto nella totale inerzia dei nostri rappresentanti a livello comunale”.
Il Comune di Siracusa è da molti anni (sin dall’aprile 2011) in possesso di un Local Action Plan, che prevede 15 progetti strategici di un Piano di Sviluppo Sostenibile nell’ambito del progetto europeo URBACT. Questi progetti, dettagliati e completi, appartengono al Comune aretuseo, in quanto, regolarmente commissionati e pagati alle ditte che li hanno elaborati: l’ATI Turner&Townsend Group, la TAU s.r.l. e la Sinegheia Gruppo s.r.l. All’interno di questi quindici progetti vi sono il n. 5, “Waterfront Porto Grande”, e il n. 6, “Passeggiata pista ciclabile Pantanelli”.
“Leggendo questi progetti – riportava ancora la nota del M5S – risulta, del tutto evidente, che il Piano Strategico della città di Siracusa preveda delle azioni di sviluppo che contrastano fortemente con la realizzazione della caserma dei Carabinieri proprio in quel sito (ex Idroscalo militare N.d.R.) La domanda, di conseguenza, diventa politica: per quale motivo un’amministrazione in possesso di progetti strategici, che avrebbero avuto bisogno, per essere realizzati, soltanto di qualcuno capace di inserirli nei vari bandi UE per attingere ai finanziamenti, non si è opposta ad un simile disegno?”
E tutto questo avviene, sempre nel mese di Luglio del 2017, in occasione, e a caldo, della presentazione in pompa magna del progetto della caserma destinata al nuovo comando provinciale dei carabinieri. Alla presenza dell’allora comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette nell’ambito di una serie di progetti in tutta la Sicilia per nuove caserme e la ristrutturazione di vecchie.
Presentazione del progetto che si è svolto nella sede dell’Aeronautica, caserma “De Filippis” di via Elorina, dove materialmente doveva essere ricavata in una parte del sito la nuova struttura.
L’inizio dei lavori era stato programmato per il mese di marzo del 2018 per un finanziamento già esistente di 3 milioni e 600mila euro, frutto dell’Accordo quadro fra Ministero della Difesa, Regione siciliana e Arma dei carabinieri.
La consegna era prevista nel 2020 e prevedeva la ristrutturazione di alcuni edifici esistenti nella base dell’aeronautica, la costruzione di altri e la riqualificazione di altri ancora, con una convivenza tra la Benemerita e l’Arma azzurra. Ma di colpo, tutto finisce nel nulla e nel silenzio generale.
Il progetto della nuova caserma dei carabinieri di Siracusa nasce agli inizi degli Anni Duemila con a capo dell’amministrazione comunale di Siracusa, Titti Bufardeci; in piena ascesa del Centrodestra in Sicilia. Comandante del Gruppo provinciale dei carabinieri del tempo il colonnello, Paolo Maria Ortolani, che sostiene da subito la scelta di realizzare il nuovo comando dell’Arma in quell’area di proprietà del Demanio. Per la cronaca, il colonnello Ortolani fu l’unico superstite nel tragico incidente di volo di un elicottero dell’Arma nel pomeriggio del 5 maggio 2003 in località del comune di Sortino.
Le smanie della politica. Per qualche motivo ancora sconosciuto si decide che in quell’area tra via Mazzanti e viale Santa Panagia non si deve più costruire il nuovo comando provinciale dei carabinieri di Siracusa. Questo, nonostante la messa a disposizione dell’area di proprietà del Demanio, quindi agevolato, oltre che ritenuto idoneo e in un punto strategico che pare fatto apposta. Infatti, nel Piano Regolatore Generale quel terreno era stato inserito tra le aere edificabili per realizzare il comando provinciale dell’Arma.
Nel 2011 inizia il calvario per la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri tra via Mazzanti e viale Santa Panagia con il blocco ingiustificato del progetto. Decisione che porterebbe conseguentemente al danno erariale e alla svalutazione di quel terreno del Demanio nella disponibilità di una società di costruzioni edili attraverso una convenzione, stretta in una morsa, e costretta e peregrinare in lungo e in largo per realizzare in quell’appezzamento di terreno, già sede operativa dei militari dell’aeronautica militare, la nuova caserma dei carabinieri. In quell’occasione ci furono tante polemiche, ma anche tanti ammiccamenti tra la politica, incontri in loco e a Roma con uomini delle istituzioni, mediatori, pseudo facilitatori, richiedenti “asilo politico”, e incontri con funzionari, dirigenti e generali, ma anche dalla presenza di una forte opposizione in Consiglio comunale che mandò in fumo il progetto.
In merito si registra nel 2011 anche l’azione risarcitoria da parte del Demanio contro i consiglieri comunali che avevano approvato la variante dell’inedificabilità del terreno, con la richiesta di un milione di euro ciascuno; ma nel giro di pochi mesi il terreno ritornò ad essere edificabile per realizzare la caserma della discordia. Nel 2015 l’ultimo ritocco del progetto; i vertici dei carabinieri chiesero una modifica al Comune di Siracusa.
Si riesce a scorgere il filo di lana grezza che si mischia alla seta della verità; spuntano in quell’area tanti fantasmi, elefantini, l’attenzione per delle tombe, per dei reperti archeologici e tanto altro ancora; ma la Soprintendenza compulsata avrebbe chiarito che ci sono 400 tombe e dei reperti. A difesa di ciò, secondo le indiscrezioni trapelate, una parte dell’area sarebbe stata stralciata dalla superficie edificabile destinata alla nuova caserma dei carabinieri per rimanere fuori dal gioco delle parti. Insomma, alla fine il tutto è diventato una confusione, un danno per la collettività siracusana e senza sapere il perché. Ma, in merito, dulcis in fundo, la cronaca degli anni scorsi ci ricorda che ci fu anche l’interesse della magistratura inquirente al di fuori del distretto giudiziario siracusano. Fascicolo d’inchiesta rimasto fermo per anni e archiviato per mancanza di prove, ma che potrebbe essere riaperto nuovo di zecca per le tematiche che insisterebbero nei vari passaggi e nell’ambito del danno erariale eventualmente consumato, così come riportato o di altro ancora nascosto nei segreti cassetti del potere.
“Un investimento a lungo termine sulla legalità». Così il comandante generale dell’Arma dei carabinieri”. Così Tullio Del Sette, nel presentare la nuova sede del comando provinciale dei carabinieri. Grazie a tutti, in particolare modo al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per il finanziamento – continuava De Sette. Abbiamo messo in atto un programma storico: oltre Siracusa ci sono pronti sei progetti in Sicilia per un importo complessivo di 14 milioni di euro. E interventi su tante piccole stazioni che sono la presenza dello Stato sul territorio. Abbiamo iniziato già con la Calabria a lavorare sulle piccole caserme. Ne abbiamo 6500 in tutto il territorio italiano”. In particolare si tratta della caserma Ferrara a Palermo, le sedi della Compagnia di Corleone e della stazione di Polizzi Generosa. Solo 7 milioni saranno destinati al Comando legione carabinieri Sicilia a Palermo.
L’ex presidente della Regione, Crocetta, in quell’occasione ha rilevato l’importanza d’investimenti come quello sulla caserma: “La giustizia è un momento fondamentale di sovranità del popolo italiano. La giustizia realizza la partecipazione democratica dei cittadini. E qui oggi – ha detto Crocetta – presentiamo un presidio di legalità di Siracusa”.
Intanto, in attesa della nuova caserma, l’attività dei carabinieri rimane stretta nel vicolo cieco del viale Tica con tutte le difficoltà che a suo tempo furono elencati e denunciati, mentre rimane aperta la pratica con l’ulteriore richiesta dell’individuazione di un terreno in cui realizzare il nuovo comando provinciale dell’Arma di Siracusa.
Concetto Alota