Agenti di polizia penitenziaria celebrano la fondazione fra turni massacranti e carenza di personale,
Questa sera alle18, nella Sala Falcone-Borsellino di Palazzo Vermexio, sarà celebrato il 202mo annuario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria. Alla presenza delle Autorità Civili, militari e religiose saranno letti i messaggi augurali del Capo dello Stato, del Ministro della Giustizia e del Capo del Dipartimento. Il Direttore della Casa Circondariale dott. Aldo Tiralongo ed il Comandante di Reparto Commissario Capo Davide Militello porteranno il loro saluto.
Nel corso della cerimonia saranno conferiti dei riconoscimenti ad alcune unità della Polizia Penitenziaria particolarmente distintisi nel servizio. Alla fine della cerimonia sarà offerto un rinfresco a cura dell’Istituto di Istruzione Superiore indirizzo Alberghiero di Palazzolo Acreide. La Casa Circondariale di Siracusa è per presenze, il secondo istituto della Sicilia, solo dopo quello palermitano del Pagliarelli. 631 detenuti presenti di cui 312 appartenenti al circuito di alta sicurezza. Appena 172 unità compongono la forza attiva del reparto, 67 unità del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti e 6 del gruppo operativo Cinofili.
Turni di servizio massacranti per assicurare da un lato le misure detentive a detenuti appartenenti a svariate consorterie criminali. Da cosa nostra siciliana alla mafia nigeriana, passando da quella romana. ‘Ndrangheta. Camorra. Sacra corona unita. Dall’altro lato per quella altrettanto necessaria attività di sostegno nei confronti di una popolazione detenuta per la massima parte composta da giovani, scarsamente scolarizzati se non anche analfabeti, provenienti da zone sociali economicamente depresse, con un crescente disagio psichico, con alto rischio suicidario o autolesionistico. Sicurezza, attività di sostegno e recupero.
“Quello che stiamo realizzando – dice Aldo Tiralongo, direttore della casa circondariale di Siracusa – una moderna sala regia centrale, delle sale regia per reparto, cancelli automatizzati, controllo remoto con una efficiente ed estesa video sorveglianza, sono i presupposti per giungere ad eliminare l’idea dell’agente di sezione, concettualizzando e rendendo praticabile al suo posto un servizio di pattuglia. Non più la sorveglianza della sezione ma il controllo del territorio penitenziario, mediante una pattuglia che si muove ed agisce in funzione delle possibili criticità, dei momenti di potenziale rischio, delle occasioni che possono arrecare nocumento all’ordine, alla disciplina ed alla sicurezza”.
“Occorre continuare nell’opera di ammodernamento della struttura – dice il direttore Tiralongo -abbiamo concluso un primo step con l’istallazione di nuovi sistemi antiscavalcamento ed antintrusione e di collegamento interno via radio. Il secondo step, già avviato, prevede l’automazione di tutti gli sbarramenti e la videosorveglianza estesa a tutto il perimetro interno ed esterno. Ma l’impegno maggiore concerne una trasformazione profonda del concetto stesso di custodia, che porta con sé un profondo rinnovamento culturale. La vigilanza dinamica. Intesa come un modo nuovo e moderno di concepire la custodia. Perché si abbandona il modello del posto fisso e del controllo face to face. Ogni piano di ogni reparto detentivo con un poliziotto penitenziario che in condizioni di solitudine e, quindi, di rischio, fa da vigilante, da custode”.