Cronaca

Pachino, ferì il ciclista: cade l’accusa di tentato omicidio

Il Tribunale del Riesame di Catania, accogliendo l’impugnazione del difensore avvocato Giuseppe Gurrieri, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip di Siracusa a carico del giovane Sebastiano Izzo, detenuto presso la casa circondariale di Cavadonna. Il 25enne pachinese era accuato del reato di tentato omicidio perché la sera del 19 settembre scorso avrebbe colpito con un colpo esploso dalla pistola in suo possesso all’indirizzo di un ciclista che transitava lungo la via Torino a Pachino.
Le indagini hanno prontamente raggiunto l’obbiettivo di individuare Izzo e un altro soggetto, come responsabili in concorso del tentato omicidio e quindi destinatari di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nella sera del 20 settembre scorso, poi convalidato dal GIP del Tribunale di Siracusa che ha anche emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere per Sebastiano Izzo e gli arresti domiciliari per l’altro soggetto.

Il difensore si è quindi rivolto al Tribunale del Riesame di Catania che nella giornata odierna ha emesso l’ordinanza di annullamento, precisando che il fatto deve essere “riqualificato nel reato di lesioni personali aggravate dai futili motivi e dall’uso dell’arma.” escludendo la sussistenza del reato di tentato omicidio aggravato, come chiesto dal difensore Avv. Giuseppe Gurrieri che ha fornito un supporto giurisprudenziale assolutamente costante della Corte di Cassazione che esclude la sussistenza di volontà omicidiaria quando, come nel caso in esame, all’esplosione di un singolo colpo di arma da fuoco fa seguito il rapido allontanamento dai luoghi dell’autore e non il reiterarsi della condotta.
Mi ritengo parzialmente soddisfatto del risultato ottenuto poiché è stato dato parziale credito alla versione fornita da Izzo agli investigatori sulla accidentalità del colpo esploso dalla pistola, specie se si tiene conto del fatto che sempre il Tribunale del Riesame di Catania ha riconosciuto che “non è emerso alcun elemento di contrasto tra l’indagato e la vittima.”

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