Augusta, ennesima aggressione in carcere: detenuto versa urina e graffia tre agenti di polizia
Un detenuto extracomunitario ha aggredito tre colleghi in servizio presso la C.R. di Augusta, buttando urina e provocando varie escoriazioni, profondi graffi ed ematomi. L’episodio di stamattina nel carcere di Augusta è un fatto grave che dimostra la grave situazione che ogni giorno in modo crescente persiste oramai in quasi tutti gli istituti d’Italia nel silenzio e nell’indifferenza totale. “Si tratta dell’ennesimo episodio in cui i poliziotti penitenziari devono affrontare i soggetti più violenti” senza avere i mezzi necessari, mentre i detenuti “hanno spesso a disposizione un vero e proprio arsenale” come spranghe, lamette, fornellini, coperchi di scatolette. “Quanto è accaduto questa mattina è inaccettabile, la tutela e la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria e di tutti quelli che vi lavorano devono essere sempre garantiti. Il carcere è un luogo di detenzione e riabilitazione, per questo devono esserci le giuste condizioni nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei detenuti che vi scontano la pena”. Ogni giorno succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade al personale di Polizia Penitenziaria. Esprimiamo solidarietà agli agenti coinvolti, chiedendo un immediato intervento in modo che il Personale di P.P. deve andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno.
L’agente di Polizia penitenziaria, che deve rappresentare la Legge, la rappresenta da solo, con la sua divisa, con la sua coscienza professionale, con il suo coraggio, con il suo rischio.
L’Agente di Polizia Penitenziaria non ha un garante, anzi deve subire per paura di eventuali problemi giudiziari.
Si chiede alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria, a questi rappresentanti dello Stato, di fronteggiare il mafioso, il rapinatore, il pedofilo, ecc., nei cui confronti dobbiamo rappresentare l’inflessibilità, la durezza, l’implacabilità della giustizia. Allo stesso tempo ci viene domandato di capire i drammi umani. E’ evidente quindi quanti problemi umani, anche drammatici, dobbiamo ogni giorno affrontare nel silenzio più assoluto.