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Inquinamento petrolchimico siracusano. Operazione “No Fly”: l’inchiesta verso la conclusione

Agli sgoccioli le indagini sull’inchiesta scaturita dall’operazione”No Fly”. Iniziata con 19 indagati ma potrebbero essere nel frattempo aumentati e altri scagionati dai reati inizialmente ipotizzati. L’accusa iniziale era d’inquinamento ambientale in concorso.

Il troncone riguarda le tematiche ambientali e le attività dei depuratori legata alla maxi inchiesta sull’inquinamento in generale nel polo petrolchimico siracusano già in istruttoria. Le indagini coordinate dal Procuratore Fabio Scavone (al centro nella foto) e dirette dai sostituti procuratori Tommaso Pagano, Salvatore Grillo e Davide Lucignani. Le operazioni sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Siracusa e i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa, unitamente a personale del Noe di Catania e del Nictas dell’Asp di Siracusa, che hanno portato a termine l’esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Siracusa; quattro gli stabilimenti industriali situati nel Polo Petrolchimico siracusano fra i comuni di Siracusa, Augusta, Melilli e Priolo Gargallo.

Troncone d’indagine, che il procuratore Scavone ha riaperto e condotto nella massima discrezione deciso a chiudere il cerchio all’inquinamento selvaggio da parte delle industrie, compreso i depuratori che sono l’ultimo stadio in cui avviene la depurazione dei reflui velenosi provenienti dagli stabilimenti del Petrolchimico. Rimane ancora aperto il filone delle discariche e dello smaltimento dei fanghi. Le attività investigative coordinate dalla Procura di Siracusa, scaturiscono da una serie di esposti e denunce pervenuti, nel tempo, all’ufficio di Procura, alle Forze di Polizia e ad altri organi a seguito dei quali un collegio di consulenti tecnici nominati dalla Procura accertava la natura inquinante e molesta, sotto il profilo odorigeno, delle immissioni aeree degli stabilimenti di Versali s.p.a. di Priolo e Sasol s.p.a. di Augusta, e dei depuratori Tas di Priolo Servizi s.c.p.a. di Melilli e IAS s.p.a. di Priolo Gargallo che furono sottoposti al sequestro. Indagini che per l’Ias si allargano anche alle tematiche dei lavori in appalto condotte dalla Guardia di Finanza di Siracusa.

I dati di analisi raccolti da consulenti e tecnici hanno, nella buona sostanza, rilevato: concentrazioni stabilmente elevate delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di San Cusumano, Ciapi e Priolo centro; ripetuti eventi di picchi elevati di concentrazioni delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di Melilli, Siracusa e Augusta; mancata utilizzazione delle “migliori tecniche disponibili” da parte dei responsabili degli stabilimenti. In sintesi, gli stessi consulenti tecnici hanno altresì evidenziato di avere raccolto elementi che “inducono a ritenere che la qualità dell’aria nel territorio interessato si sia fortemente degradata”…… rilevando come “nei comuni di Priolo Gargallo, Augusta e in parte Melilli si registra una qualità dell’aria nettamente inferiore a quella degli altri Comuni della provincia, avuto riguardo ai vari inquinanti presi in considerazione”.

Il provvedimento, di carattere preventivo, prevede il mantenimento della facoltà d’uso degli impianti e, quindi, la continuità di esercizio delle unità in sequestro, previa disponibilità dei gestori a produrre, entro 90 giorni, un programma attuativo per ricondurre nei limiti le emissioni in atmosfera nonché il versamento di una garanzia fideiussoria pari al costo delle opere di adeguamento che dovranno essere completate poi entro 12 mesi. Le notifiche, con contestuale informazione di garanzia, eseguite nei confronti delle persone giuridiche, nonché ai 19 persone fisiche che hanno rivestito incarichi di responsabilità nelle realtà interessate, nell’arco temporale ricompreso fra gennaio 2014 e giugno 2016, periodo nel quale sono stati rilevati valori di immissioni nell’aria poi esaminati dai consulenti tecnici nominati dalla Procura. Uno stralcio dell’inchiesta principale che coinvolge quasi tutti i vertici delle industrie con diversi indagati.

Una buona notizia per i residenti nei comuni industriali che sono ormai disperati perché colpiti dalla puzza e dei miasmi giorno e notte a turno regolare avvicendato in base a come spirano i venti. Un altro troncone d’inchiesta della Procura di Siracusa sull’inquinamento nel petrolchimico siracusano in cui sono indagati quasi tutti i vertici delle industrie che insistono nella zona industriale, così come dei depuratori dei dintorni che si conclude, ma non è finita. La ripresa delle indagini dopo una breve pausa lasciava sperare i necessari chiarimenti sulla grave situazione che ormai è diventata improcrastinabile. La puzza e i miasmi si sono addirittura triplicati e la situazione appare fuori controllo, con l’angoscia della popolazione residente costretta a vivere tra miasmi, fumi e bolle di gas in libertà.

Questa è un’indagine stralciata da quella generale iniziata nel 2014/2015/2016 e che portò nel 2017 al sequestro preventivo degli impianti delle due raffinerie Esso e Isab che insistono nel petrolchimico siracusano. Come già pubblicato da queste colonne, i legali difensori di Esso Italia (ora Sonatrach) e Isab-Lukoil hanno depositato nel tempo utile stabilito le dichiarazioni di osservanza degli aggiornamenti degli impianti, così come prescritto dal Gip del tribunale di Siracusa Michele Consiglio a suo tempo, su richiesta della Procura di Siracusa.

Concetto Alota 

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