Messina. “Sistema Siracusa”: fallisce ancora il patteggiamento per l’ex pm Giancarlo Longo e dell’avv. Giuseppe Calafiore
Come la Tela di Penelope l’ingarbugliata vicenda giudiziaria denominata “Sistema Siracusa” tarda a terminarsi; ancora una volta fallisce il tentativo di patteggiamento avanzata dai legali dell’ex sostituto procuratore di Siracusa, Giancarlo Longo e dell’avvocato Giuseppe Calafiore. Nell’udienza di stamane il gup del tribunale di Messina, Mazza, ha dichiarato inammissibile la richiesta di applicazione della pena da parte dell’ex magistrato per ragioni procedurali per cui il giudice ha operato lo stralcio della posizione dell’imputato per trattarla in altra udienza. Gli avvocati difensori di Giuseppe Calafiore, Alberto Gullino e Mario Fiaccavento, avevano invece presentato una memoria al giudice, forti dell’assenso della Procura di Messina, e hanno avanzato al gup la richiesta di applicazione della pena complessiva a 3 anni, 7 mesi e 16 giorni in continuazione con la sentenza emessa dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Roma, 2 anni e 9 mesi di reclusione. Ma il gup ha rigettato la richiesta con una motivazione che per i difensori prospetterebbe un’anticipazione del giudizio di colpevolezza a carico di Calafiore. I due legali, avendo motivo di dubitare sull’imparzialità del giudice, hanno avanzato in aula la richiesta di ricusazione che sarà formalizzata in occasione della prossima udienza, fissata per il 19 dicembre.
Nel mese di giugno il gup Monia De Francesco aveva rigettato una precedente richiesta di patteggiamento avanzata da Calafiore e come in questa circostanza è pervenuta la richiesta di astenersi. Nel mese di mese di luglio oltre al gup Di Francesco, anche Tiziana Leanza si è astenuta per incompatibilità ambientale, in relazione della celebrazione delle udienze per i patteggiamenti proposti da Calafiore e da Longo. Nel settembre dello scorso anno il giudice Leanza, ritenendo incongrue le pene proposte da Calafiore e Longo, rigettò la richiesta di patteggiamento, per cui non ha potuto celebrare nei loro confronti il processo di applicazione pena a richiesta delle parti. I due a vario titolo devono rispondere di associazione per delinquere, di reati finalizzati alla formazione di elaborati ideologicamente falsi, in concorso con periti e consulenti tecnici ora tutti alla sbarra innanzi ai giudici del Tribunale di Messina e di altre fattispecie delittuose quali la simulazione di reato e la compilazione di dossieraggi.
C.A.