Sparatoria contro auto: le vittime non riconoscono l’imputato
Dal 18 giugno dello scorso anno si trovava idetenuto in carcere perché accusato di tentato omicidio plurimo in concorso. Quindici mesi dopo il tribunale penale di Siracusa, in composizione collegiale ha disposto l’immediata scarcerazione dell’imputato.
Determinante è stata l’udienza di ieri mattina quando, alla ripresa delle attività giudiziarie, al processo a carico di Sebastiano Scandurra, lentinese di 21 anni, sono comparse le presunte vittime di un agguato in stile mafioso avvenuto la notte del 5 maggio dello scorso anno.
Era accaduto che, a causa di una mancata precedenza su strada, i fratelli Alfio e Sebastiano Scandurra si armarono di due pistole e dopo aver incrociato in via Bovio l’automobile oggetto della contesa, una Citroen, condotta dal figlio del proprietario con a bordo tre amici, dopo un inseguimento, non esitarono a sparare contro la macchina che venne crivellata da una dozzina di colpi d’arma da fuoco. I due fratelli, a bordo della loro Bmw subito dopo la pioggia di fuoco, si dileguarono. Le vittime, rimaste miracolosamente illese, vennero interrogate dagli agenti della sezione investigativa del commissariato di polizia di Lentini, dopo l’episodio dichiararono che a sparare erano stati probabilmente i due. Le indagini degli investigatori, sono state focalizzata attorno ad un gruppo di amici dei due giovani e di alcuni conoscenti che nei giorni successivi all’agguato avevano avuto un contatto con loro. I due fratelli, dopo l’episodio, si sono allontanati dalla città facendo perdere le tracce. Cosi, dopo quaranta giorni, si sono costituiti.
Nel corso dell’esame dei quattro testi, citati dal rappresentante della pubblica accusa, hanno rilasciato dichiarazioni vaghe e non convincenti rispetto a quanto accaduto. Incalzati dall’avvocato Giambattista Rizza, che difende l’imputato, i quattro non hanno saputo dare dettagli su chi quella notte abbia impugnato l’arma per esplodere diversi colpi contro la loro vettura. Anzi, uno dei quattro, pur rimanendo nel vago rispetto alla ricostruzione dell’episodio, ha riferito di ricordare che a sparare fosse stato il fratello Alfio e non Sebastiano Scandurra. Da queste considerazioni lo stesso pubblico ministero ha chiesto la scarcerazione dell’imputato. Richiesta accolta subito.