Augusta. Pascolo a Punta Izzo. La Marina revochi il bando di concessione
Far pascolare il bestiame a ridosso di un poligono di tiro, in un terreno potenzialmente contaminato da metalli pesanti. È questa l’intenzione della Marina militare, che il mese scorso ha pubblicato un apposito avviso apparso sull’albo pretorio del Comune di Augusta. La finalità dichiarata dai militari è quella di garantire lo “sfalcio delle erbe” e “il controllo della vegetazione infestante”. Una soluzione che rischia però di arrecare seri danni al patrimonio naturale e alla biodiversità dell’area costiera, già visibilmente offesa da decenni di antropizzazione e attività militari.
L’avviso di Marisicilia, infatti, non stabilisce alcun limite al carico di bestiame, né tanto meno si preoccupa di escludere l’accesso delle mandrie in quelle zone più fragili dal punto di vista naturalistico. Tale attività è pertanto incompatibile con le stringenti prescrizioni di tutela sancite dal Piano Paesaggistico di Siracusa, trattandosi di un intervento in grado di alterare la morfologia del territorio e depauperare i valori naturali in esso presenti.
In tal modo, quindi, verrebbero del tutto vanificati gli obiettivi di conservazione e potenziamento della biodiversità dell’area costiera. Obiettivi che il Piano Paesaggistico ha prescritto per il sito di Punta Izzo, dichiarandolo di particolare interesse biogeografico e apponendovi il massimo livello di tutela (livello 3) anche in virtù della sua straordinaria valenza archeologica e storico-culturale.
Ma oltre ai rischi ambientali, l’intervento programmato da Marisicilia potrebbe avere delle ricadute anche sotto il profilo sanitario. Ciò in quanto gli animali andrebbero a pascolare in un’area utilizzata per decenni per esercitazioni di tiro a fuoco. Un’area che è confinante con la struttura del poligono in cemento armato, dove nel 2017 i militari del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC (CETLI NBC) hanno appurato il superamento dei limiti di legge per l’elevata
concentrazione di piombo e rame.
Un problema di non poco conto se si considera, oltretutto, che le analisi del CETLI NBC fanno esclusivo riferimento ai valori-limite previsti dalla legge per le aree militari; cioè a valori-limite fino a 100 volte superiori a quelli applicabili alle aree civili. Ciò significa che se Punta Izzo fosse trattata come una comune area verde aperta al pubblico, le analisi chimiche metterebbero in luce non solo una contaminazione da piombo e rame ben più grave di quella rilevata, ma anche la presenza di altri inquinanti (come arsenico e cobalto) oltre la soglia tollerata dalla legge.